Cosa succede quando un’auto di inizio anni ‘90 (ma ancora in produzione!) si scontra con una di ultima generazione? In genere nulla di buono per la “nonnetta”. Se poi quest’ultima è risultata del tutto insufficiente nelle prove di crash test, allora il risultato diventa disastroso. Quello che vedete in video qui sotto è un impatto frontale fra la Tsuru, la berlina prodotta da Nissan più economica fra quelle vendute in Messico, e la Versa, la sedan moderna più abbordabile negli USA. Il test è stato condotto da IIHS (Insurance Institute for Highway Safety) e mostra come in un urto alla velocità di impatto pari a 129 km/h, con le vetture disassate del 50%, la Tsuru ne esca con le ossa, pardon, con la lamiere rotte.

Sulla vecchina sono in particolar modo evidenti le deformazioni dei montanti A, specie di quello del lato guidatore, del tetto e della portiera: in estrema sintesi la cellula di “sicurezza” della Tsuru si trasforma in una scatola di sardine, col guidatore letteralmente schiacciato fra plancia e sedile. Di airbag nemmeno l’ombra e manca pure l’ABS. Per David Ward, segretario generale di Global di NCAP (la più importante organizzazione in materia di simulazioni di incidenti), questo crash test è “il peggiore mai visto in carriera. Le sollecitazioni registrate dai manichini sulla Tsuru vanno fuori scala nella zona della testa e delle gambe. Sulla Versa invece ci sarebbero state solo ferite alle gambe, e nient’altro”.

Grazie a Dio o chi per lui, la Tsuru, fabbricata in Messico per il Messico, andrà in pensione alla metà del prossimo anno: una decisione presa dal costruttore giapponese proprio a seguito dei preoccupanti risultati dell’auto durante i crash-test – dove la berlina in questione ha totalizzato zero su cinque – ed in vista delle nuove norme di sicurezza che entreranno in vigore nel paese sudamericano a partire dal 2019. La problematica della sicurezza sulle auto “low-cost” vendute negli stati meno ricchi o in via di sviluppo è più attuale che mai: lo scorso maggio la questione aveva investito la Renault Kwid, altro “pericolo” su quattro ruote commercializzato in India.

Alla base del fenomeno ci sono le negligenze di molti governi in tema di sicurezza stradale, le stesse che alcuni costruttori sfruttano per commercializzare le loro auto da poche migliaia di euro. “Nessun produttore, in nessuna parte del mondo, dovrebbe sviluppare nuovi modelli così evidentemente al di sotto degli standard di sicurezza”, aveva recentemente dichiarato Ward. Parole ora avvalorate da un nuovo studio del Transport Research Laboratory britannico commissionato da Global NCAP e dall’Inter-America Development Bank (IDB): la ricerca sostiene che in America Latina sarebbe sufficiente costruire le auto con i più basilari criteri di sicurezza europei per salvare la vita a 40.000 persone e prevenire 400.000 incidenti gravi da qui al 2030. Senza contare che auto più sicure farebbero risparmiare alla collettività circa 143 miliardi di dollari in 14 anni.

 

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