Abu Mohamad al Joulani, leader del fronte al-Nusra, stimato fra i 10 e i 15mila uomini, ha annunciato la separazione del gruppo da Al Qaeda. “per proteggere gli interessi del Jihad in Siria” e la nascita del “Fronte per la conquista del Levante”. Secondo alcuni analisti, questo “cambio d’abito” avrebbe la funzione di riabilitare l’organizzazione, facendola uscire dalla lista – stilata da Usa e altri Paesi – di quelle considerate terroriste. Altri commentatori evidenziano la volontà di una corrente interna al fronte di passare da una agenda regionale, legata ad Al Qaida, ad una solo siriana che potrebbe alleviare l’isolamento al quale il gruppo pare essere sottoposto. Come commentano e ricostruiscono questa scelta i giornali arabi?

“La scissione con Al Qaeda non sarà l’unico cambiamento che vedrà al Nusra. Alcuni dei leader dell’organizzazione l’hanno già lasciata e altri l’abbandoneranno presto” scriveva su Twitter, il 26 luglio, Muzamjar al-Sham, attivista vicino agli ambienti jihadisti siriani, preannunciando la pubblicazione del video in cui Abu Mohamad al Joulani avrebbe dichiarato la fine consensuale del legame fra al Nusra e Al Qaeda. “Una disputa si è consumata per mesi nei corridoi dell’organizzazione” continuava sui social Muzamjar al Sham, ripreso dal sito web siriano d’opposizione Aneb Baladi, riferendosi a una faida ideologica nei ranghi dell’organizzazione, sottolineava che “ la rottura dei rapporti è una cosa positiva che deve reindirizzare le fazioni sulla pista della rivoluzione siriana e il suo progetto, anche se questo dovesse realizzarsi tardi”. E concludeva con la richiesta a Jolani di avere spiegazioni su “ come mai non ha interrotto i rapporti con al Qaida qualche mese fa e cosa lo ha indotto a scegliere di farlo ora”.

Anche Abdel Bari Atwan, direttore di Al Ray al Youm, importante sito web quotidiano d’opinione, sostiene in un lungo editoriale che “la preparazione per questo step è cominciata da diversi mesi, quando sono stati inviati dei delegati a tutte le postazioni di Jubhat al Nusra, per spiegare e introdurre la dichiarazione ufficiale di scissione e le pressioni che l’organizzazione aveva ricevuto, specialmente da Qatar, Arabia Saudita e Turchia che avevano minacciato di fermare il supporto materiale e militare se il gruppo avesse continuato a intrattenere rapporti con al Qaeda”.

“Joulani – continua nella ricostruzione Atwan – , sostenuto dai membri del consiglio della Shura, si è opposto con forza alla rottura, continuando, per un periodo, ad adottare laposizione della linea dura e sostenendo che il disimpegno con Al Qaeda avrebbe condotto alla perdita di un vasto pubblico di sostenitori e simpatizzanti nel mondo arabo e islamico”. Alla fine, secondo Atwan, gli sviluppi sul campo, specialmente l’assedio di Aleppo e la prolungata chiusura del confine turco, avrebbero accelerato gli eventi, culminati con la decisione di separarsi dall’organizzazione di bin Laden.

In prospettiva, scrive Charles Lister, del Middle East Institute, citato da Al Hayat, uno dei principali quotidiano panarabi, che riprende alcuni stralci di un suo articolo su Foreign policy, “la rottura del legame con Al Qaida, condurrà al Nusra a un consolidamento della sua partecipazione all’interno della rivoluzione siriana che le garantirà un futuro a lungo termine”. Scettico è, invece, Ryad Nasan, portavoce dell’Alto comitato per i negoziati dell’opposizione siriana a Ginevra, sicuro che “non avrà nessuna conseguenza positiva perché – ha dichiarato al Araby al Jedid, giornale panarabo con base a Londra, – la dichiarazione di scissione da al Qaeda non verrà riconosciuta internazionalmente in quanto la struttura e gli obbietti del nuovo gruppo non cambiano rispetto al passato”.

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