Quattro bevande alcoliche a sera, magari una diversa dall’altra, vino, birra superalcolici, e scatta la ‘drunkoressia’. Arriva dagli Stati Uniti un ulteriore aggiornamento ad una tendenza di consumo nel mondo under 25 che sta spopolando nei campus universitari. Lo spiega un team dell’università di Houston che ha intervistato 1184 studenti del proprio ateneo, oltre ad un campione online. Dall’indagine risulta che l’80% degli intervistati negli ultimi novanta giorni ha almeno per una sera bevuto più di 4 bevande alcoliche finendo steso per terra intontito, o a novanta gradi chinato sul water per espellere i liquidi ingollati.

Il termine ‘drunkoressia’ si riferisce ad un complesso schema di comportamenti di consumo legati all’alcol che avviene prima, durante e dopo il momento della bevuta”, ha spiegato Dipali V. Rinker, professore di psicologia dell’Università di Houston che ha seguito la ricerca. “Gli studenti universitari sembrano impegnarsi in questi comportamenti per aumentare gli effetti dell’alcol e perdere i freni inibitori. Per ubriacarsi più velocemente prima di bere non mangiano nulla o quasi nulla. Poi una volta ubriachi inducono il vomito o assumono lassativi e diuretici”.

Altro dato sorprendente in questo nuovo approfondimento della drunkoressia è relativo alla quotidianità precedente alle serate incriminate con fiumi di alcol. Tendenzialmente, viene spiegato nello studio dell’ateneo di Houston, i ragazzi che vogliono ubriacarsi senza freni sono invece persone modello, tutti cultori della forma fisica, con allenamenti sportivi regolari e un’alimentazione parsimoniosa. Per questo la definizione di ‘drunkoressia’ sta sempre più legandosi ai più classici e conosciuti disturbi dell’alimentazione quali bulimia e anoressia. Inoltre, fino a un paio di anni fa il comportamento incriminato sembrava riferito soltanto alla ragazze. Con l’aggiornamento statistico del 2016 entrano invece in gioco prepotentemente anche gli uomini.

“I ragazzi tendono a consumare massicce quantità di alcol con la stessa frequenza, se non con maggiori probabilità, rispetto alle loro coetanee”, spiegano i ricercatori texani. Altro dato rilevato nell’indagine è che gli studenti che vivono fuori casa sono più propensi ad episodi di drunkoressia rispetto ai coetanei che invece vivono la vita del campus ma poi riescono a tornare a casa dai genitori a dormire. Altro dato a rischio per la salute di chi preferisce ‘nutrirsi’ di alcol piuttosto che di cibo, riguarda la mancanza di vitamine e sali minerali che fa andare in tilt l’organismo. Infatti l’happy hour dello sballo a digiuno tende a ridurre l’apporto energetico delle calorie del cibo che vengono così compensate dall’alcol, a sua volta potenziato più velocemente nei suoi effetti inebrianti. La prima, ed ultima, rilevazione in Italia del fenomeno ‘drunkoressia’ risale al 2013 e segnala oltre 300mila casi, con una percentuale dell’80% dei casi con ragazze protagoniste. Il limite massimo stabilito dall’OMS per una bevuta rimane comunque quello di due bicchieri per un uomo, e di uno per le donne. Possibilmente a stomaco pieno.

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