“E’ una prova di forza di Vienna”. Mentre parla l’assessore comunale di Brennero Giovanni Pederzini indica gli operai austriaci alle prese con la costruzione della barriera anti-immigrati al confine di Stato con l’Italia. A vedere i lavori in corso, per il momento del tutto simili a un qualsiasi cantiere stradale, è difficile anche solo pensare che il futuro dell’Unione europea possa passare da un posto come il Brennero. Ma tant’è e a Bolzano sanno bene che se il confine di seta, tanto sottile da sembrare invisibile, si trasformerà in cortina di ferro le conseguenze saranno drammatiche: dall’economia, fino alla pacifica convivenza fra italiani e tedeschi. Intanto i flussi dall’Italia continuano inesorabili, anche se a ritmo meno sostenuto dello scorso anno. Associazioni di volontariato e autorità parlano di circa 20 immigrati al giorno. Vengono presi dalle pattuglie italo-austro-tedesche che operano su convogli e fatti scendere a Bolzano o Brennero da cui, ben presto, riprendono il viaggio verso Nord. Ma se il flusso di migranti si trasformerà in piena come a maggio dell’anno scorso, l’Austria ha già detto che chiude e saranno tutti problemi dell’Italia. Che non sono pochi: dai trasporti su gomma che potrebbero collassare in pochi giorni, fino alla coesistenza fra la maggioranza tedesca e la minoranza italiana. Che nel corso dei decenni è stata costruita sulla scomparsa progressiva della frontiera. Ecco perché al passo del Brennero l’Unione europea si gioca tutto  di Lorenzo Galeazzi

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