Il risultato delle primarie del Pd a Napoli non è in discussione. I presunti brogli documentati dai video di Fanpage devono portare a un approfondimento e a sanzioni esemplari di chi li ha commessi, ma non hanno falsificato l’esito delle elezioni, vinte dalla deputata Valeria Valente sull’ex sindaco Antonio Bassolino. Dopo quasi 24 ore di polemiche sono i vertici del Partito democratico a scrivere la parola fine ai dubbi su chi sarà la candidata sindaco alle amministrative di giugno nel capoluogo campano. Per il vicesegretario Lorenzo Guerini “i casi di irregolarità saranno valutati e giudicati con fermezza”, ma “non è accettabile” che si “mettano in discussione le primarie e i chiari risultati che hanno sancito”. Per il presidente Matteo Orfini “non c’è niente da rimettere in discussione, non certo vanno rifatte o annullate le primarie”. Sullo sfondo lo stesso Bassolino che si dice “disgustato” per quanto visto in quei filmati, ma che non ha presentato ricorsi alla commissione di garanzia delle primarie napoletane. Ha tempo fino alle 20, cioè 48 ore dopo la chiusura dei seggi, ma l’ex ministro e governatore ha molti dubbi sull’utilità di un’azione del genere. L’ipotesi si fa più remota ora che il partito, a livello nazionale, ha fatto capire che un eventuale denuncia ai garanti non cambierà il risultato finale. Intanto è la Procura di Napoli ad aver aperto un fascicolo, anche se senza ipotesi di reato, anche perché le primarie sono un’iniziativa organizzata da un partito, cioè un’associazione privata, e senza querele di parte è difficile trovare una contestazione da muovere. 

In precedenza era stato Giovanni Iacone, presidente della commissione dei garanti delle primarie di Napoli, a far capire qual è il meccanismo in questi casi: lui e i colleghi, nella riunione già convocata il 9 marzo, non valuteranno il video sulle presunte irregolarità se non ci sarà un ricorso di qualcuno dei candidati. L’indiziato “naturale” è Antonio Bassolino, che è stato sconfitto per 452 voti: “Sono disgustato dalle immagini – dice – ed anche dalle ridicole interpretazioni che ne sono state date. Questo mercimonio è una ferita profonda per tutti quelli che hanno creduto nelle primarie come libera partecipazione democratica”. I suoi sostenitori gli chiedono di presentare ricorso, ma lui ha molti dubbi. Intanto Iacone contestualizza anche uno dei casi emersi nei filmati di Fanpage: “Nell’auto fuori dal seggio c’era un paraplegico che voleva votare e quindi gli è stato portato il registro per firmarlo” ha detto. 

Sia Orfini sia Guerini parlano di fermezza e severità per i casi singoli, ma di risultato non in discussione. “Da due giorni – dichiara il vicesegretario democratico – assistiamo a tentativi strumentali di gettare discredito sulle primarie. Un esercizio democratico che ancora una volta ha coinvolto decine di migliaia di persone”. La risposta è diretta in particolare ai Cinquestelle. “Mentre il Pd va in mezzo alle persone a chiedere la loro opinione, c’è chi come il M5S seleziona con una manciata di clic teleguidati da server milanesi più o meno paralleli o chi improvvisa gazebo dove si può scegliere un solo candidato, come la destra” afferma Guerini.

A commentare, tra i renziani, sono anche Francesco Nicodemo e Roberto Giachetti. Il primo, napoletano, è ex responsabile della Comunicazione del partito e ora nello staff di Palazzo Chigi: “Grazie al lavoro di bravissimi giornalisti, che io ringrazio per il loro lavoro anche quando raccontano cose che non mi piacciono, abbiamo visto scene brutte che non possono essere accettate dalla comunità del Pd. Sono singoli episodi ma singoli episodi da sanzionare. Spero che il Pd Napoli prenda provvedimenti esemplari nei confronti dei protagonisti di quelle immagini, fino alle estreme conseguenze”. Per Nicodemo, tuttavia, questo non inficia l’esito delle primarie: “Domenica oltre trentamila napoletani hanno scelto il candidato sindaco. Ha vinto Valeria e il risultato è stato riconosciuto da tutti a partire da Antonio e Marco”.

Per il candidato sindaco di Roma Giachetti “bisognerà verificare come stanno le cose: lo deve verificare innanzitutto il comitato organizzatore delle primarie a Napoli e poi se ci sono cose peggiori deve intervenire anche la magistratura. Io penso che, per il bene delle primarie, noi le dobbiamo garantire e difenderle essendo rigorosi”. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca le definisce invece “babbarie”, cioè cose di poco conto nel dialetto dell’agro nocerino-sarnese. De Luca scherza dicendo che quel consigliere comunale che dava un euro a un elettore era “forse ispirato particolarmente dal giubileo della misericordia”, ma “al di là di qualche sbavatura” non pare “ci siano fatti clamorosi”.

Ad approfittare del polverone, oltre al M5s che ha lanciato l’hashtag #DenunciamoIlPd, è il sindaco uscente Luigi De Magistris, tra l’altro dato ancora in testa nei sondaggi sulle amministrative. “Da napoletano e da sindaco trovo che siano immagini squallide, la stessa fotografia di 5 anni fa”. Il riferimento non è causale. Il successo di De Magistris era nato proprio sui guai del Pd: le primarie vinte da Andrea Cozzolino e annullate e poi il flop del candidato ufficiale dei democratici, il prefetto Mario Morcone, che non arrivò neanche al ballottaggio.

 

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