Dopo un Premier che pesta i piedi perché vuole a tutti i costi l’amico del cuore a capo della difesa cibernetica del Paese, un disc-jockey che – emulo di Pietro Micca – evita via Twitter un attentato terroristico che, manco a dirlo, avrebbe avuto luogo a Firenze e la versione 2.0 dei cinegiornali dell’Istituto Luce che enfatizzano l’arrivo dei grandi investitori americani pronti a regalare un futuro diverso all’ombra del Vesuvio, mi aspetto l’avvento del Grande Cocomero profetizzato da Schultz con Charlie Brown & C.

La vicenda del guru a tutela della sicurezza informatica ha contorni commoventi che sono già stati ampiamente commentati.

L’epopea della Durlindana virtuale contrapposta alla scimitarra digitale dell’Isis era poco credibile fin dal suo annuncio, ma mezzi di informazione e opinione pubblica hanno abboccato: il solo pensiero che fosse stato scongiurato un attacco cruento prossimo ad insanguinare l’Arno aveva riempito il cuore di gioia, dimenticando di chiedere come fosse stato possibile fermare un assalto suicida o qualunque altra azione devastante con il solo accesso al profilo Twitter di uno sconosciuto…

L’abitudine al sensazionale gratuito, l’incompetenza endemica e il minuto a disposizione nei servizi radiotelevisivi sono riusciti ad immaginare un supereroe e lo scoccare della mezzanotte ha infranto l’incantesimo della Fatina di Cenerentola. La pubblicazione del video di rivendicazione è stata la scarpetta in cristallo facile da far calzare ad un responsabile non così difficile da identificare. Il colpevole viene acciuffato, lui si sbriga a dissociarsi ma ammette di essere solo il George Lucas italiano dell’organizzazione….

Valanghe di chiacchiere sul nulla in diretta competizione con le performance subacquee di individui afflitti da flatulenza: il colpo alla schiena alla crescente idolatria di Anonymous va a segno, contribuendo a distrarre la gente e obnubilando quel che di serio sta accadendo, e riafferma la presenza delle istituzioni anche sul gelatinoso fronte di Internet.

Grottesco. Sì, grottesco è l’aggettivo più aderente ad un quadro di situazione che palesa una planare impreparazione al futuro.

I politici – al pari dei predicatori che in piedi sulle soapbox nelle aiuole di Hyde Park si rivolgono ai distratti londinesi a spasso – utilizzano i social network per proclami epocali ma si riservano la fulminea capacità di far sparire post e tweet rivelatisi pericolosi boomerang dimenticando che la Rete non dimentica.

Adesso tutti a strombazzare l’approdo di una multinazionale pronta a dare prospettive ai giovani napoletani. Investimenti milionari fanno brillare gli occhi di chi porta in dote una sbalorditiva creatività e sogna – sfornando App – di esorcizzare il destino.

Le entusiasmanti promesse di una azienda – che non sembra caritatevole nemmeno con gli abituali subfornitori (il caso di Foxconn sembra essere ignoto a chi oggi applaude e si rallegra) o con i dipendenti come possono testimoniare, ad esempio, quelli che hanno lavorato dello store di Grugliasco – sono il fertilizzante che rende florida l’Isola che non c’è.

Mi auguro che si riprenda coscienza, riportando discussioni e constatazioni sul piano reale, concreto. Spero – al contempo – che la sfera virtuale (non meno importante) venga affrontata “anche” da chi forse è andato oltre l’installazione dell’antivirus o il download di un file in podcast…

Chi ha l’interruttore per svegliare l’Italia, lo prego, faccia il dannato “clic”!

@Umberto_Rapetto

Articolo Precedente

Cybersecurity: agente Carrai, a rapporto! Cosa significa esternalizzare il controllo sui dati

next
Articolo Successivo

FQ Radio e l’Istituto italiano di tecnologia per parlare delle sfide del futuro

next