I Forestali sono sul piede di guerra. Ad essere cancellati con un tratto di penna non ci stanno ed il prossimo 14 ottobre in una conferenza stampa, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, per una volta uniti, presenteranno un loro documento con le controproposte, la fissazione di uno sciopero unitario ed anche il ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
E’ quanto emerso in una riunione ristretta che si è tenuta al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per fare il punto sull’attuazione del decreto Madia che prevede la riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato. Per ora il punto più controverso riguarda l’ipotesi dell’accorpamento dei forestali nell’Arma dei Carabinieri e Fabrizio Quinti, responsabile nazionale FP-Cgil comparto sicurezza, spiega: “Siamo pronti al ricorso alla Giustizia europea perchè imporre una carriera che non si è scelta è una forzatura che non è riscontrabile in nessun altro Paese. Far indossare una divisa militare a personale civile che esplica attività peculiari sull’ambiente e difesa agroalimentare non ha senso. Senza contare che nell’Arma dei carabinieri vige il divieto di iscrizione al sindacato e di svolgimento di attività sindacale. Vi sarebbe il divieto di partecipare a manifestazioni o d’iscrizione ai partiti perchè i regolamenti dell’amministrazione militare sono molto rigidi. – continua Quinti – In caso di matrimonio, poi, bisognerebbe chiedere il nulla osta dell’amministrazione della Difesa perchè devono fare indagini sul consorte. Ci sono tutte una serie di norme che incidono fortemente sulla vita privata del personale”.
Cgil, Cisl e Uil sono concordi nel sostenere che l’obiettivo del governo è quello di realizzare lo slogan dei risparmi e per questo, nel settore, hanno scelto di sacrificare il corpo più piccolo, quello che con “il minimo sforzo avrebbe garantito il risultato da rivendere in tv”. “Si stanno spartendo le spoglie della Forestale”, sostiene il segretario della Fp Cgil Salvatore Chiaromonte che, nella riunione, ha ribadito come mai nessuno dei ministri interessati abbia risposto ad una richiesta di incontro per portare al tavolo della discussione le osservazioni del personale e dei sindacati. Né Maurizio Martina (Politiche agricole), né Marianna Madia, né Andrea Orlando Giustizia). Inoltre, la Cgil è quella che picchia più duro circa le responsabilità del Capo del Corpo, Cesare Patrone che, senza alcuna interlocuzione, avrebbe “trattato il passaggio della Forestale nell’Arma dei Carabinieri”. E non basta, attaccano i sindacati: “La montagna sta partorendo un topolino, se veramente si voleva parlare di riorganizzazione sarebbe stato più proficuo intervenire su Polizia e Carabinieri, che ogni giorno si pestano i piedi”.