Un monologo, una beffa e una rimonta subita. Il conto della prima giornata di Europa League è deficitario per le tre italiane. Dopo le grandi serate di Juventus e Roma contro City e Barcellona in Champions, solo il Napoli porta a casa il bottino pieno nella seconda competizione continentale. La Lazio viene bruciata all’ultimo respiro dal Dnipro – che aveva già giocato uno scherzetto simile ai partenopei lo scorso anno – mentre la Fiorentina affonda in inferiorità numerica contro il Basilea.

Napoli in scioltezza nel deserto Curve chiuse e restanti settori del San Paolo spogli – nemmeno 10mila i paganti – non frenano il Napoli contro il Bruges. Sarri coglie la prima vittoria sotto il Vesuvio e il merito è anche suo, già finito nell’occhio del ciclone per l’avvio senza successi in campionato, perché cambia faccia rinunciando al trequartista. Accanto a Higuain ci sono Callejon e Mertens larghi nel 4-3-3. E proprio quei due asfaltano i belgi con una doppietta a testa. Apre lo spagnolo in avvio, raddoppia e fa tris Mertens prima della mezz’ora. Tutto facile davanti a un Bruges volitivo, sì, ma poco incisivo. Nel secondo tempo il 4-0 porta la firma di Hamsik e, fuori Higuain dopo aver mancato la cinquina, la sigla finale è ancora quella di Callejon imbeccato da Allan. Zero gol subiti e tante occasioni create. Come la Juve, il Napoli riparte dalla coppa.

Beffa Lazio a tempo scaduto – Quindici secondi oltre i tre già concessi di recupero: arriva lì nella coda della coda della partita la beffa per la Lazio. Un risultato comunque positivo ma che sta stretto ai biancocelesti per lo sviluppo del match e la superiorità dimostrata a lungo. E la squadra di Pioli deve comunque fare mea culpa: il gol di Jevhen Seleznyov nasce da una sbandata difensiva e prima era mancata la capacità di impacchettare la vittoria. Vada per la partenza a ritmo lento, ma restano imperdonabili un errore di Matri nel primo tempo a tu per tu con il portiere, che salva con la complicità del palo, e due colpi del k.o. ciccati nel corso della ripresa ancora dall’ex juventino e da Milinkovic-Savic. Il centrocampista serbo però era anche stato l’autore del gol su assist di Kishna. Entrambi volti nuovi (e giovani) attesi dal pubblico biancoceleste, i due restano la prima nota positiva della serata.

Fiorentina, ancora una rimonta – Secondo ribaltone subito dalla Fiorentina dopo quello incassato a Torino. Questa volta fa festa il Basilea, allenato fino alla primavera da Paulo Sousa. Inizia così in salita l’avventura europea della Viola. La svolta della partita avviene a metà del secondo tempo, quando Gonzalo Rodriguez viene espulso per un’entrataccia su Embolo. Nel quarto d’ora successivo, gli svizzeri pareggiano e passano in vantaggio. Prima colpisce Bjarnason, attaccante islandese ex Pescara, con la complicità del palo, poi affonda Elneny con un gran destro da oltre 25 metri. In affanno per il gran caldo e con un uomo in meno, la Fiorentina non reagisce. Eppure la serata si era messa subito sui binari giusti con Kalinic bravo a sfruttare un’amnesia difensiva del Basilea dopo appena 3 minuti. Un vantaggio ben gestito, nonostante la qualità del gioco non sia in questo momento una caratteristica della Fiorentina, priva tra l’altro di Rossi e Bernardeschi. L’occasione migliore per mettere in ghiacciaia la partita capita sui piedi di Blaszczykowski ma l’ex Borussia spara sul palo da posizione defilata dopo aver saltato il portiere. Poi l’inferiorità numerica mescola il risultato e sorride il Basilea.

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