Il decreto del 27 agosto che ha messo “sotto tutela” il sindaco di Roma Ignazio Marino rischia di far saltare un appalto su due tra quelli che avrebbero dovuto essere assegnati in vista del Giubileo straordinario che partirà l’8 dicembre. Come rileva Il Messaggero, infatti, il provvedimento che ha tra l’altro assegnato al prefetto Franco Gabrielli il coordinamento dell’evento non prevede deroghe al Codice degli appalti. Per cui tutti i lavori che valgono più di 1 milione di euro vanno affidati con un bando di gara europeo. E nel gruppo ricadono ben 22 sui 40 interventi previsti dal piano messo nero su bianco dal Campidoglio. Si va dalla sistemazione del Lungotevere al rifacimento di piazza della Repubblica, dalla manutenzione delle linee A e B della metropolitana all’adeguamento degli impianti per la circolazione dei filobus. Stop anche ai percorsi pedonali e ai nuovi bagni pubblici per i pellegrini, addio al completamento della viabilità interna nel quadrante orientale e ai lavori previsti sui cinque ponti sul Tevere.

Il risultato è che sarà impossibile realizzare tutte queste opere entro il 31 dicembre, termine oltre il quale i 50 milioni già stanziati per l’evento torneranno nelle casse dello Stato. Così, secondo il quotidiano romano, ora il Campidoglio è al lavoro per rivedere l’intero piano, cancellando dalla lista i cantieri più costosi. E spostando nella “prima fase”, quella che deve concludersi appunto entro fine 2015, alcuni interventi che erano invece stati inseriti nel secondo lotto. Non ancora autorizzato dal ministero dell’Economia. Nel frattempo, fa sapere l’assessore ai Lavori pubblici con delega al Giubileo Maurizio Pucci, “siamo in contatto con l’Anac per avere delucidazioni”. All’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone è stata infatti attribuito il compito di vigilare sugli appalti per l’evento. “A meno di modifiche, con le deroghe che sono state approvate con decreto il 27 agosto e il Giubileo che inizia l’8 dicembre il tempo per espletare una gara pubblica è passato da 114 a 55 giorni”, nota Pucci. La speranza, ovviamente, è quella di ottenere le solite deroghe.

Ma la decisione di non prevederle, come invece era stato fatto per l’Expo di Milano, è stata presa da Palazzo Chigi alla luce della relazione dell’Anac: passando al lentino la gestione del Campidoglio tra il 2011 e il 2014, gli ispettori hanno rilevato che a Roma circa l’87% dei lavori è stato affidato senza gara. Con le derive patologiche scoperchiate dall’inchiesta Mafia Capitale. Peraltro, è noto che da tempo i rapporti tra Marino e il premier Matteo Renzi sono ai minimi termini. Per cui l’ipotesi del soccorso last minute sembra poco probabile.

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