Una “tragedia nazionale“, simbolo di una “errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura e di una colpevole e sorprendente catena di errori umani dalle irreparabili conseguenze”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una nota inviata al sindaco di Tesero, Elena Ceschini, e al presidente della Fondazione Stava 1985 Onlus, Graziano Lucchi, in occasione del trentesimo anniversario del disastro di Stava. “Una strage che poteva essere evitata, che si doveva evitare”, secondo il capo dello Stato.

Il 19 luglio 1985 gli argini dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel, in provincia di Trento, si ruppero. E 160mila metri cubi di fango si riversano sulla frazione di Stava e sui suoi abitanti. La massa di sabbia e acqua, lanciata a 90 chilometri all’ora, distrusse 53 case, 3 alberghi, 6 capannoni e 8 ponti. Morirono 268 persone.

Per Mattarella il ricordo di quel dramma deve aprire la strada a “un più ampio itinerario di riflessione sui rischi ambientali e la loro prevenzione“. “La giustizia ha fatto il suo corso – si legge nel messaggio diffuso dal Quirinale -. Oggi non ci sono dubbi sulle responsabilità, ma nulla potrà mai restituire alla vita e agli affetti le duecentosessantotto persone inghiottite dall’acqua e dal fango, tra i quali molti bambini e ragazzi. L’Italia ha il dovere di ricordare quel sacrificio e di agire con decisione e competenza perchè simili tragedie non abbiano più a ripetersi”.

 

 

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