Cultura

Festivaletteratura di Mantova, focus sulla Grecia: chiude la rassegna Mario Vargas Llosa

Nutrita la pattuglia degli scrittori italiani. Vinicio Capossela e Fabio Genovesi ci porteranno alla scoperta dei paesi italiani dove il tempo si è fermato, Andrea Vitali e Adrian Bravi si concentreranno sulla vena comica della provincia, mentre Melania Mazzucco tratterà del nostro maltrattato patrimonio artistico

di Emanuele Salvato

Il Festivaletteratura di Mantova, in programma dal 9 al 13 settembre, affida al Premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa la chiusura della 19esima edizione. Quello dello scrittore peruviano, considerato fra i protagonisti della rinascita della letteratura sudamericana insieme a Marquez e Cortàzar, è uno dei nomi forti della rassegna letteraria. Forse il più forte dal punto di vista mediatico, considerato anche il suo impegno politico (sconfitto da Fujimori alle elezioni presidenziali in Perù nel 1990) e il suo passaggio dal filocastrismo al neoliberismo, che molte polemiche ha suscitato nel suo paese.

Ma si preannunciano interessanti alcuni approfondimenti, molto attuali. Come il focus letterario sulla Grecia, che al Festival verrà affrontato da tre scrittori appartenenti a tre generazioni diverse: Alki Zei, Petros Màrkaris, Christos Ikonomou, alla luce della crisi economica che sta travolgendo il paese, cercheranno di far capire come si vede il mondo dalla Grecia, quali sono i sentimenti, le speranze, i timori vissuti quotidianamente, e come tutto questo si riflette nella produzione artistica e letteraria. Sull’onda dell’emozione e dell’attualità anche il dialogo fra il premio Nobel sudafricano Wole Soyinka e Romano Prodi, più volte negoziatore Onu in Africa.

I due si confronteranno sulle prospettive del continente e non potranno non affrontare il controverso tema delle migrazioni verso l’Occidente, sempre più massicce. Rimanendo sempre in area africana, fra gli ospiti più attesi della diciannovesima edizione del Festival, capace sempre di proporre punti di vista non banali, lo scrittore algerino Kamel Daoud, autore di una riscrittura molto discussa de “Lo straniero” di Camus. Daoud, la cui operazione letteraria ha suscitato parecchio clamore in Francia, stravolge il testo interpretandolo dal punto di vista della vittima. Degli spazi di libertà concessi ai fumettisti nelle società islamiche tratteranno l’egiziano Mohamed Shennawy e la libanese Lena Merhej, mentre Tariq Ramadan, considerato fra i maggiori studiosi del pensiero islamico, si confronterà in apertura di rassegna con Edgar Morin, uno dei maggiori interpreti contemporanei del pensiero illuminista. Come sempre gli spunti di riflessioni offerti dal programma sono tantissimi. Così come i nomi degli autori presenti. Abbiamo accennato a Vargas Llosa, ma da non perdere, rimanendo in area sudamericana, è l’incontro con lo scrittore argentino Marcelo Figueras, autore di “Kamchatka”, romanzo paragonato a La Vita è bella di Benigni per la sua capacità di riportare il dramma della dittatura argentina attraverso gli occhi di un bambino.

Da segnalare, sempre fra i nomi, il ritorno dopo dieci anni di silenzio di Kazuo Ishiguro, autore giapponese noto per il libro “Quel che resta del giorno”  (da cui l’omonimo film), che a Mantova presenterà il suo ultimo lavoro: “The Buried Giant“. Un ritorno a Mantova anche quello della scrittrice statunitense Tracy Chevalier –  autrice de “La ragazza con l’orecchino di perla”, romanzo ispirato dal quadro di Vermeer – che al Festival si cimenterà in un particolare laboratorio basato sulle stoffe utilizzate nella vecchia America dei pionieri.

Nutrita anche la pattuglia degli scrittori italiani. Vinicio Capossela e Fabio Genovesi ci porteranno alla scoperta dei paesi italiani dove il tempo si è fermato, Andrea Vitali e Adrian Bravi si concentreranno sulla vena comica della provincia, mentre Melania Mazzucco tratterà del nostro maltrattato patrimonio artistico. Per i patiti del giallo da segnare in rosso la presenza di David Lagercrantz, autore svedese che si è assunto il difficile compito di dare un seguito alla trilogia “Millennium” di Stieg Larsson. Infine, ci piace ricordare la presenza di un personaggio come Alberto Juantorena, che con la letteratura ha forse poco a che fare, ma che avrebbe potuto ispirare decine di romanzi. Si tratta di un’atleta cubano, uno dei più grandi di tutti i tempi, capace di vincere alle Olimpiadi del 1976 a Montreal la medaglia d’oro sui 400 e sugli 800 metri e in seguito, una volta smessi i panni ginnici, ministro dello sport dell’Isla Grande.

Programma e informazioni

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