“Non ci stiamo a vivere nella clandestinità, ma da una parte contro di noi ci sono i tassisti, e dall’altra, la cosa che ci preoccupa di più, gli agenti della polizia locale che si accaniscono. Perché se ci sorprendono a svolgere un servizio di accompagnamento Uber ci confiscano la macchina e ci ritirano la patente”. È la denuncia dei driver Uber a Milano, costretti a lavorare costantemente con la paura e senza garanzie di non subire provvedimenti. I vigili contestano loro “l’esercizio abusivo di servizio pubblico”,”ma una sentenza del giudice di pace di Genova – sottolineano i driver – ha riconosciuto che il nostro non è un servizio pubblico”. Detto questo, gli operatori Uber sono pronti alla sfida di Expo: “Figuriamoci se ci tiriamo indietro” dice uno, che aggiunge: “Sto rischiando un sacco ora, per cui non mi lascerò certo scappare un’occasione come quella”  di Fabio Abati

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