In tribunale se l’era cavata con una condanna relativamente mite: un anno e due mesi per omissione di referto e per due episodi di ingiurie. I pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati avevano chiesto tre anni, ipotizzando anche i reati, ben più gravi, di violenza privata, lesioni e abuso d’ufficio. In Appello e in Cassazione la condanna era stata cancellata per intervenuta prescrizione. Sul capo del dottor Giacomo Toccafondi, 61 anni, chirurgo genovese, a 14 anni da quei fatti è ora piombata un’altra tegola, tutto sommata leggera: la sospensione per sei mesi dalla professione, decisa dall’Ordine dei medici della provincia di Genova. A settembre quindi potrà tornare ad esercitare la professione.

Toccafondi era finito di fronte ai giudici per il suo comportamento nella caserma di Bolzaneto, durante i giorni del G8 genovese del luglio 2001. Nel carcere improvvisato, decine di manifestanti arrestati furono sottoposti a vessazioni e trattamenti umilianti, insultati, minacciati e costretti a sottostare ai capricci dei loro carcerieri. La Corte di Cassazione scrisse che “a Bolzaneto era stato accantonato lo Stato di diritto” e che contro i manifestanti arrestati erano state messe in atto “violenze per dare sfogo ad un impulso criminale”.

Nella richiesta di rinvio a giudizio i rappresentanti della pubblica accusa avevano osservato che Toccafondi – soprannominato dalle sue vittime il dottor Mimetica, perché indossava la tuta delle guardie penitenziarie – aveva agito “con particolare crudeltà”. E gli avevano fatto carico di una serie di gravi episodi: aver negato assistenza ai manifestanti feriti, aver sottoposto alcune giovani donne ad umilianti ispezioni corporali, aver proferito frasi minacciose, del tipo “alla Diaz dovevano fucilarvi tutti”. Circostanze in larga parte derubricate dal tribunale, con soddisfazione del responsabile dell’infermeria della caserma di Bolzaneto, che avava commentato, compiaciuto: “L’accusa mi aveva descritto coma una sorta di Mengele di Bolzaneto…”. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Vaccaro, ricorda a ilfattoquotidiano.it che Toccafondi dovrà far fronte a un bel po’ di risarcimenti in sede civile. Di lui si occuperà anche la Corte dei Conti, in sede di rivalsa. “In passato gli era stata revocata la convenzione come medico del carcere di Pontedecimo – dice Vaccaro – successivamente era stato licenziato dall’ospedale di Pontedecimo. Ha lavorato come libero professionista, ma ora dovrà interrompere per sei mesi anche questa attività”.

“La decisione è stata assunta a maggioranza dai 15 componenti del consiglio direttivo dell’ordine – spiega a ilfattoquotidiano.it il presidente dei medici genovesi, Enrico Bartolini – L’istruttoria si è protratta a lungo, abbiamo dovuto consultare attentamente tutto il materiale che ci è pervenuto dalla procura. Purtroppo non avevamo altra scelta. Dovevamo attendere che si chiarisse la situazione giudiziaria di Toccafondi, anche per evitare che una eventuale sentenza di assoluzione, in presenza di un nostro provvedimento disciplinare, lo autorizzasse a chiederci i danni…”. Bartolini concede che la sanzione ideale sarebbe stata la sospensione di un anno, non prevista dal regolamento. Perché non la radiazione? “Dal 1978 a oggi i casi di radiazione a Genova sono stati quattro in tutto e si trattava di eventi particolarmente gravi”. Evidentemente Toccafondi non rientra nella casistica. La sospensione per sei mesi è stata assunta,
puntualizza Bartolini, “in assoluta autonomia, dopo aver consultato gli organismi nazionali”. Sembra un ossimoro. La sentenza è inappellabile e immediatamente esecutiva.

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