L’ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante usava ufficiali a lui sottoposti come prestanome per gestire ingenti somme di denaro, chiedendo loro di versarli sui propri conti correnti da cui poi loro stessi a avrebbero provveduto a “saldare conti e spese del generale e dei suoi familiari” o a staccare loro assegni per acquistare immobili. Per questo, come riporta il Corriere della Sera, la Procura di Milano – la cui ipotesi investigativa si basa sulle indagini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Venezia – ha disposto una maxi confisca da 4 milioni di euro nei confronti del generale di corpo di armata in pensione. Che è stato arrestato nel giugno scorso per concorso in corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul Mose (aveva ricevuto 500mila euro dal presidente del Consorzio Venezia Nuova in cambio di notizie sulle verifiche fiscali in corso) ed è attualmente detenuto a Santa Maria Capua Vetere dopo aver patteggiato 4 anni di carcere e una confisca di 500 mila euro.
I quattro milioni che erano di fatto nella disponibilità di Spaziante sono, secondo l’accusa, la differenza tra quanto speso in contanti e non tra 2005 e 2013 da Spaziante e i redditi da lui percepiti. Una sproporzione che ha determinato appunto la confisca sulla base dell’articolo 12 sexies della legge 356 del 1992. Stando alla ricostruzione degli inquirenti l’ex comandante della Gdf lombarda e Capo di Stato maggiore – nonché comandante in seconda del corpo nazionale delle Fiamme gialle dal febbraio al settembre 2013 e vicedirettore del Dipartimento informazioni per la sicurezza della presidenza del Consiglio – si è servito di sei tra ufficiali e sottufficiali per mascherare i movimenti di una grande quantità di denaro in contanti “di origine sconosciuta”. Peraltro il giro dei prestanome non si limitava ai sottoposti ma coinvolgeva anche commercialisti e assicuratori che a loro volta intestavano assegni a parenti e conoscenti per “evitare di fare emergere l’interezza della somma. Quanto agli acquisti fatti, si va da case a Roma a una proprietà a Pioraco (Macerata) fino a una barca poi ceduta a terzi.
Scrive il quotidiano di via Solferino che secondo i militari coinvolti, che rischiano l’incriminazione per riciclaggio, Spaziante spiegava la provenienza dei soldi dicendo che venivano dai servizi segreti. Ma se si sommano gli stipendi percepiti da Gdf, Palazzo Chigi e Agenzia delle Entrate (di quest’ultima era “consulente”) i conti non tornano, nemmeno tenendo conto anche dei redditi di convivente e figli.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez