Ancora cartelli “targhe esaurite” agli sportelli della Motorizzazione civile (nella foto, a Milano). Ancora agenzie di pratiche auto costrette al pellegrinaggio da un ufficio all’altro, giorno dopo giorno, per accaparrarsi le poche targhe disponibili. È l’assurda situazione denunciata questa volta dall’Aniasa, l’associazione degli autonoleggi, dopo che due settimane fa l’Unasca, che riunisce le agenzie di pratiche auto, aveva lanciato il primo allarme e che la Motorizzazione aveva assicurato una rapida soluzione. “Proprio ieri un’agenzia che doveva immatricolare 200 veicoli su Roma ci ha segnalato che le targhe sono esaurite”, dice a Ilfattoquotidiano.it Pietro Teofilatto, direttore noleggio a lungo termine Aniasa. “E a Milano abbiamo molte segnalazioni di sportelli che, a una certa ora del mattino, devono esporre il cartello ‘targhe esaurite’ perché le centellinano giorno per giorno. Una situazione surreale, proprio ora che il mercato sta lentamente ripartendo”.

Per i gestori dei noleggi la pianificazione è essenziale, spiega Teofilatto, e i ritardi causati dalla carenza di targhe possono creare grossi problemi organizzativi, ritardi e maggiori costi. “Siamo preoccupati perché gennaio e febbraio sono i mesi in cui le agenzie di noleggio rinnovano la flotta acquistando veicoli che dovranno essere poi smistati nella rete in modo che siano pronti per le vacanze di Pasqua. A queste immatricolazioni si aggiungono quelle periodiche per il rinnovamento delle flotte di aziende e pubblica amministrazione”. Dice il comunicato ufficiale dell’Aniasa: “Se non si porrà rapida e definitiva soluzione al problema, sono a rischio le circa 60.000 immatricolazioni di nuovi veicoli a noleggio previste per i primi tre mesi dell’anno, che dovrebbero aumentare a 160.000 nel primo semestre”.

In Italia, le targhe sono prodotte unicamente dal Poligrafico di Stato, nell’impianto di Foggia. Il procedimento necessario a fare arrivare, fisicamente, il pezzo di metallo numerato sulla carrozzeria dell’auto è piuttosto macchinoso, e coinvolge la Motorizzazione civile, il ministero dell’Economia, la Tesoreria di Stato e poi la Zecca, che abbiamo provato a contattare senza successo. “Sette anni fa il Poligrafico riusciva a soddisfare le necessità di un mercato da 2,5 milioni di automobili. Ora che se ne vendono la metà, com’è possibile che le targhe finiscano?”, si chiede Teofilatto. “È incredibile che non esistano scorte. Al Poligrafico vorrei dire: datevi una mossa”.

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