Un reparto di emodinamica nuovo di zecca, chiuso da quattro anni per mancanza di personale e costato oltre 3 milioni di euro. Siamo all’ospedale di Tivoli, provincia di Roma, e per chi è colpito da infarto miocardico acuto è impossibile accedervi. “Pur avendo il reparto pronto al secondo piano bisogna portarlo di corsa al policlinico Umberto I di Roma” rivela un primario del nosocomio ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. Sono circa 700 le persone della zona che ogni anno accorrono al nosocomio per un infarto, “di queste – spiega il primario – 200, le più gravi, devono essere trasferite entro un’ora in un centro dove è presente un reparto di emodinamica”. Il posto più vicino è proprio il policlinico Umberto I di Roma: oltre 30 km da percorrere, che in alcuni orari della giornata potrebbero essere troppi, e una sola ambulanza attrezzata per il trasporto. “Nel caso la struttura mobile non sia disponibile – prosegue il medico – ne deve venire una da Roma e poi portare di nuovo il paziente nella Capitale”. “Proprio ora – spiega Vittorio Iannotta, segretario territoriale Fials Asl Rmg – c’è una persona con un infarto che non può essere trasferita a Roma perché sembra abbia dei valori troppo alti per essere trasportata”. “Manca la volontà politica – denuncia Davide Barillari, consigliere regionale M5S del Lazio – il personale si potrebbe trovare e finalmente si potrebbe aprire il reparto. Nel frattempo, la gente muore”. Volontà politica che sembra essere confermata anche dal primario. “I rimborsi per un trattamento sanitario di questo tipo – racconta – sono molto elevati. Ora questi indennizzi vanno al policlinico Umberto I o ad altri ospedali dove vengono trattati i nostri pazienti e mai alla nostra Asl. Questa è stata la logica con cui si è ritardato – conclude amaramente – di quattro anni l’apertura dell’emodinamica qui per favorire qualche primario di Roma”  di Luca Teolato

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