“Costruire un violino è come una magia”, dice Shizuku la protagonista de ‘I sospiri del mio cuore’, il film d’animazione di Hayao Miyazaki. Ed entrare nella liuteria tra il Rione Monti e l’Esquilino, nel centro di Roma, del giovane liutaio francese Mathias Menanteau rende viva questa frase. Passione per la musica e per il legno fin da piccolo. “Mio padre – racconta – era un muratore, usava le mani e anch’io ho sempre costruito le cose, non ho mai comprato nulla. La gente che passa dice ‘è ritornato un artigiano‘. E questa frase mi fa un enorme piacere. Ma oggi – sottolinea – si lavora sempre con le mani e viene pagato più il potere che il sapere fare“. Il primo strumento che Mathias ha realizzato è una chitarra classica, poi è passato al violino. Nato in Francia, ha studiato liuteria in Inghilterra dove si è diplomato. Ha proseguito i suoi studi in Germania e nella famosa scuola di Cremona, la terra dei maestri liutai del settecento, Amati, Guarneri e Stradivari. Cinque anni fa ha aperto il suo atelier a due passi dalla basilica di Santa Maria Maggiore. “I liutai – spiega Mathias – sono più numerosi rispetto a 30 o 40 anni fa e a torto si pensa che sia un mestiere in disuso. Ma c’è un rischio di omologazione tra le diverse scuole, come quella cremonese, veneziana o napoletana. Tra le mani ha avuto anche un raro Guarneri del Gesù e diversi Stradivari dal valore di 4 milioni di euro. “Non sopporto quando la gente si interessa allo strumento solo per il suo valore economico”, sottolinea però Mathias. Poi alcune note dolenti sull’Italia: “In Germania ho riscontrato un amore pazzesco per la cultura e la tradizione, qui non è lo stesso”. La patria di Stradivari è all’altezza della sua storia? “Ci sono bravissimi liutai e tanti professionisti – risponde Mathias –  forse è la classe politica italiana non è al livello di tutto quello che è stato fatto in questi secoli”  di Irene Buscemi

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