Se avete un conto Bancoposta fareste bene a non partire all’estero se non volete correre il rischio di ritrovarvi con il conto “sequestrato” dalle Poste.

Parlo per esperienza diretta, trovandomi fuori dai nostri confini per qualche mese, ad inizio novembre mi sono accorto della presenza di strani addebiti sul mio conto. Dopo aver immediatamente segnalato il disconoscimento di tali operazioni a Poste Italiane e provveduto a far bloccare la carta mi viene detto che mi sarà “prontamente” emessa una nuova carta e che il rimborso delle somme avverrà “al più presto”.

Ma qui si manifesta il primo problema: la carta verrà inviata – mi dicono – presso l’ufficio postale di radicamento del conto (in Italia quindi). L’eventualità che un correntista Bancoposta possa trovarsi per più di qualche giorno fuori dai confini nazionali non è neanche contemplata al punto da non prevedere alternative (quali l’invio all’estero per posta assicurata o presso un istituto di credito partner ad esempio.)

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Quando penso di aver sormontato questa difficoltà con la delega ad una persona di fiducia per il ritiro della carta e l’invio all’estero mi rendo conto di non poter più effettuare alcuna operazione sul mio conto, neanche online, in quanto per questo è indispensabile il possesso della carta.

Mi dico che con un po’ di pazienza dopo una, massimo due settimane la nuova carta sarà finalmente disponibile presso l’ufficio postale ma nonostante le promesse e rassicurazioni passano i giorni, le settimane e dopo quasi due mesi del nuovo bancomat neanche l’ombra, come finito in un buco nero.

Così mi ritrovo all’estero nella frustrante condizione di vedere il mio conto “in ostaggio” di Poste Italiane senza potervi effettuare operazioni e/o accedere ai miei averi ma con l’unica possibilità di controllare l’estratto conto.

Certo, la direttiva europea sui servizi di pagamento (2007/64/Ce) prevede il rimborso “senza indugio” delle somme contestate e che l’istituto di credito “riporti il conto di pagamento addebitato nello stato in cui si sarebbe trovato se l’operazione di pagamento non autorizzata non avesse avuto luogo” ma sembra che pretendere il rispetto delle regole nel nostro paese sia “eversivo”.

Quello che è certo è che la mia esperienza con Bancoposta e Poste Italiane terminerà al mio rientro in Italia. Certo, non sarà facile scegliere un’alternativa in questo mare di squali ma mi auguro che ci siano ancora professionisti che facciano il loro lavoro avendo rispetto delle regole e dei loro clienti.

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