Lo hanno chiamato Progetto Vampire, un nome che suona sinistro. Ma è solo l’acronimo di (Vessel Assessment and Measurement Platform for images of the Retina. Ossia, Piattaforma di misura e valutazione dei vasi sanguigni per immagini della retina). Ci sta lavorando da alcuni anni un team di specialisti (esperti di computer, medici , specialisti in oftalmologia, neuroimmagini e invecchiamento cognitivo), fra i quali figura un docente italiano, il professor Emanuele Trucco, genovese, che insegna visione computazionale all’Università di Dundee, in Scozia.

Nella prossima primavera il progetto riceverà dal governo britannico un finanziamento di un milione e 300mila sterline (oltre un milione e mezzo di Euro) a valere nei tre anni successivi. La dotazione economica consentirà di esplorare con studi clinici l’ipotesi di scovare nella retina dell’occhio umano i “segnali” che indicano l’insorgenza futura di malattie come la demenza vascolare, seconda causa della demenza dopo il morbo di Alzheimer. La ricerca sarà svolta utilizzando un software via via più sofisticato che sarà in grado di “leggere” nei tre modelli di vene ed arterie presenti nella retina l’allarme della futura malattia.

La ricerca sarà svolta utilizzando un software via via più sofisticato che sarà in grado di “leggere” nei tre modelli di vene ed arterie presenti nella retina l’allarme della futura malattia

Emanuele Trucco, professore di Visione computazionale alla scuola di computeristica dell’Università di Dundee, coordinerà l’intero progetto con i colleghi dell’Università di Dundee (Stephen McKenna, Alex Doney) e di Edimburgo, Tom MacGillivray (centro di immagini cliniche), Joanna Wardlaw (divisione neuroimmagini) e Ian Deary (centro di epidemiologia cognitiva). L’Università di Genova è presente con una collaborazione con la dottoressa Annalisa Barla del DIBRIS.

“Se sarà possibile osservare un occhio attraverso un macchinario poco costoso e scoprire un segno che lasci intendere la possibile insorgenza di fattori di demenza, allora potremo dire di aver raggiunto un risultato molto interessante. Sarà l’inizio – dice Trucco – di un sistema non invasivo di diagnosi precoce e potremmo anche utilizzare questa forma di esame per individuare nel paziente eventuali presenze di differenti tipologie di demenza”. Da alcuni anni Trucco e la sua equipe stanno mettendo a punto e sviluppando sofisticati strumenti software capaci di misurare la geometria di vene e arterie nella retina dell’occhio umano.

“Potremmo anche utilizzare questa forma di esame per individuare nel paziente eventuali presenze di differenti tipologie di demenza”

La retina si osserva con grande semplicità grazie alla pupilla (una apertura naturale). L’osservazione al computer, attraverso questo software, consente di scoprire la presenza di biomarkers (ossia di “marcatori” che suggeriscono la presenza di malattie serie). Il diabete, l’ipertensione e alcune malattie cardiovascolari sono già oggetto di studio ma non solo. Se le ricerche in corso daranno i risultati attesi sarà possibile addirittura realizzare degli “allarmi” per prevenire l’insorgenza di queste patologie permettendo ai medici di intervenire in via preventiva per impedire , rallentare o ridurre il loro sviluppo nel tempo. E tutto ciò con la semplice osservazione al computer della retina dell’occhio del paziente.

Il team della scuola di computer dell’Università di Dundee svilupperà ulteriormente la ricerca sul progetto-Vampire assieme ad un secondo team, presso l’Università di Edimburgo. Vampire è già in grado di analizzare e misurare in dettaglio migliaia di immagini. I ricercatori metteranno a confronto e incroceranno i dati così acquisiti con le informazioni mediche custodite presso il Ninewells Hospital di Dundee vari ospedali di Edimburgo al fine di verificare se esiste una relazione fra loro.

Articolo Precedente

Dna, “nuova tecnica per leggere e svelare sequenze più lunghe”

next
Articolo Successivo

Rosetta, sonda inizia la discesa verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko

next