Tutti contro Diego. Le indiscrezioni su una prossima discesa in campo di Diego Della Valle, patron di Tod’s e grande socio della Nuovo Trasporto Viaggiatori al fianco di Luca di Montezemolo oltre che di Rcscon una “squadra di governo” alternativa a quella di Matteo Renzi, composta da manager e guidata (ammesso che accetti) dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, provocano una levata di scudi quasi unanime da parte dei maggiori quotidiani. A partire proprio dal Corriere della Sera, di cui l’imprenditore marchigiano, che tre giorni fa ha bollato come “incontro tra due grandissimi sòla” la conferenza stampa congiunta del premier e del numero uno di Fca Sergio Marchionne, è appunto uno dei principali azionisti. Ma, come è noto, in rotta con l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e con il primo socio (attraverso Fiat) John Elkann. Il quotidiano di via Solferino, in un editoriale firmato da Pierluigi Battista e titolato “Della Valle faccia solo l’imprenditore”, evoca le “velleità politiche del magnate dell’industria Arnheim” ne L’uomo senza qualità di Robert Musil per concludere: “Finì male. Facile profezia”. In parallelo, un articolo di Andrea Garibaldi ricorda come, quando l’amico Montezemolo progettava a sua volta l’ingresso in politica, Della Valle gli consigliasse di “restarne fuori”. E sostiene che lo stesso, a parti invertite, sta accadendo oggi: “Gli amici più cari stanno sconsigliando Della Valle: “Perché rovinarti la vita con la politica?””. Repubblica, che domenica ha dato la notizia di una prossima “salita al Quirinale” di Della Valle per presentare la lista di ministri al capo dello Stato Giorgio Napolitano, scrive invece che “la politica boccia la discesa in campo” di mister Tod’s. Il quotidiano di Largo Fochetti cita il “diluvio di critiche” che arrivano dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal governatore della Toscana Enrico Rossi, dall’Ncd Fabrizio Cicchitto e dal deputato di Forza Italia Maurizio Bianconi. E intervista l’imprenditore Riccardo Illy, ex sindaco di Firenze e presidente della Regione Friuli, che a sua volta dà l’altolà: “Non mi pare abbia la diplomazia necessaria per fare il politico…”.

In effetti “Diego” è noto per l’abitudine agli attacchi trasversali: dall’“arzillo vecchietto” Giovanni Bazoli al presidente di Fiat Elkann (“Imbecille”), passando per il “furbetto cosmopolita” Marchionne (“Prima di offendere inizi a pagare le tasse in Italia) e il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (che aveva criticato su Twitter la società del treno Italo dandola per vicina alla chiusura) “mantenuto da noi italiani per decenni con stipendi principeschi”. Per non parlare dei ministri dell’esecutivo Renzi, di cui ha avuto modo di dire di averne incontrati cinque di cui “due bravi e tre emeriti deficienti.

Quanto al Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi dedica a “I segreti di Della Valle” l’apertura della prima pagina e un articolo dedicato al “partito degli snob”, in cui il patron della Fiorentina viene accomunato agli altri “ricchi, carini, vincenti e glamour” (il primo della lista, secondo il Giornale, è Montezemolo, seguito da Mario Monti e Corrado Passera) che “ci hanno già provato ma gli è andata male”. Non solo: il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti ricorda che Giulia D’Alema, figlia dell’ex premier e ministro che domenica dalla prima pagina del Corriere ha attaccato Renzi (“Istruito da Verdini sulle riforme”), lavora come Marketing and event specialist nella sede newyorkese di Tod’s. E ipotizza addirittura un “debito di riconoscenza (di D’Alema, ndr) nei confronti del fustigatore numero uno di Renzi.  

L’unico che apre all’ipotesi di un “intervento” di Della Valle? L’amico Clemente Mastella. L’ex Guardasigilli, ex leader dell’Udeur, ex europarlamentare ed ex sindaco di Ceppaloni confida infatti a Repubblica che “dal punto di vista politico la situazione lo richiederebbe”. Ma “sul piano personale gli direi di pensarci bene”. 

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