Sel-candidati2013Viste le molte reazioni alla mia lettera ai “compagni” di Sinistra Ecologia e Libertà, mi trovo costretta a replicare. Il portavoce della presidente Boldrini, Roberto Natale, se la prende con la mia frase “tempestiva, si stacca ora dalla barca Sel ma resta ben attaccata a quella di Montecitorio”. Caro Natale, da una barca si può scendere con un tuffo plateale, oppure piano piano dalla scaletta. Laura Boldrini, che non sarebbe mai diventata presidente della Camera se non fosse stata eletta con Sel (sia pure da indipendente, come ha tenuto a precisare proprio in questi giorni), pare aver scelto la seconda strada. Da giornalista, forse, anche lei avrebbe avuto quest’impressione.

All’on. Francesco Ferrara della Presidenza nazionale di Sel, dico invece che ho sempre cercato di fare il mio mestiere con correttezza e obiettività, analizzando gli eventi per quello che sono e senza farmi condizionare da sentimenti personali (come la presunta “acrimonia” che mi attribuisce). Lo spettacolo che offre in questo momento il suo partito è – lo confermo – incomprensibile e sconfortante anche e soprattutto per i tanti militanti che, proprio perché rispetto, non dovrebbero essere sottoposti a questo (ennesimo) travaglio. Temo che “l’ingenerosità politica e persino umana verso singole persone e un’intera comunità che vive con dolore e passione un passaggio politico così duro”, sia da imputarsi, più che a me, a voi stessi dirigenti, che vi spaccate su Renzi. Per rendersene conto, basta parlare davvero con le persone, quelle stesse – elettori ed ex elettori di Sel – che in queste ore mi stanno esprimendo tutto il loro disagio.

Infine Vittorio Mucci, addetto stampa di Fausto Bertinotti, tiene a sottolineare che l’ex presidente della Camera non ha più né scorta né auto blu. Bene! Peccato che vi abbia rinunciato solo lo scorso ottobre (così almeno mi ha detto lo stesso Mucci al telefono), peraltro dopo molte polemiche e a ben 5 anni e mezzo di distanza dalla fine del suo impegno diretto in politica. Diritti acquisiti a parte, ci si sarebbe aspettati una rinuncia immediata da chi è sempre stato dalla parte dei più deboli, a maggior ragione in una fase drammatica di crisi economica in cui sono stati chiesti sacrifici alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori mentre la politica ha mantenuto i propri privilegi. Anche i gesti simbolici sono importanti. Perché farsi dare lezioni di moralità da un Casini qualunque, che rinunciò ai suoi benefit già nel 2012? E se davvero adesso Bertinotti si è adeguato (meglio tardi che mai), perché il QuotidianodellUmbria. it scrive ancora, in data 30 marzo 2014, “Bertinotti e D’Alema sono stati visti scorrazzare per le strade umbre con tanto di auto blu e scorta”? Un’allucinazione?

Il Fatto Quotidiano, 1 luglio 2014

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