Si svolgerà a Milano e non a Siena il processo per l’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. Lo ha deciso il Gup del tribunale senese, Monica Gaggelli, accogliendo così l’istanza presentata da alcuni dei difensori degli otto imputati, oltre alla banca JP Morgan, che avevano contestato la competenza territoriale di Siena.

Gli imputati sono Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Daniele Prondini, Raffaele Giovanni Rizzi, Tommaso Di Tanno, Pietro Fabretti, Leonardo Pizzichi e Michele Crisostomo. Le accuse sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, ostacolo all’autorità di vigilanza, false comunicazioni sociali.

I difensori avevano presentato un’eccezione preliminare sulla competenza territoriale perché, sostengono, per quanto concerne il reato ritenuto più grave, cioè la manipolazione del mercato, le notizie relative al bilancio semestrale 2008 di Mps furono pubblicate sul circuito Nis della Borsa a Milano il 29 agosto del 2008.

La prima udienza si era celebrata il 6 marzo scorso. Nell’udienza del 24 aprile aveva preso la parola la pubblica accusa. Per i pm gli ex vertici di Mps, e in particolare l’ex presidente Mussari e l’ex dg Vigni, avevano “un modus operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di interessi in generale distonici da quelli dell’ente”. A questi “interessi e sollecitazioni esterne alla banca, e ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”, loro avrebbero risposto anche quando venne decisa l’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. Valutazioni queste espresse el decreto per la richiesta di archiviazione per la banca, inizialmente indagata in base della legge 231 sulla responsabilità dell’azienda. Non solo: secondo i magistrati (Giuseppe Grosso, Aldo Natalini e Antonino Nastasi), “attraverso condotte fraudolente, ovvero mentendo all’autorità circa il fatto che la banca fosse in grado di sostenere le misure patrimoniali necessarie all’acquisto di Bav (banca Antonveneta) gli allora vertici della banca senese avevano dato ad intendere che Mps potesse sostenerne l’acquisto. “La banca, in realtà, non stava bene e non era in grado di affrontare l’operazione” si legge nel decreto depositato l’11 aprile dove, ancora una volta, i pm ribadiscono che il Fresh da 1 miliardo di euro era in realtà un prestito che “avrebbe solo aggravato la situazione debitoria” di Mps. I magistrati scrivono che le conclusioni, “incontrovertibili”, non sono definitive in quanto ci sono indagini ancora in corso.

L’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta era stata chiusa il 31 luglio 2013 con la richiesta di rinvio a giudizio per otto persone (oltre alla banca d’affari Jp Morgan): Mussari, Vigni, Daniele Prondini, Raffaele Giovanni Rizzi, Tommaso Di Tanno, Piero Fabretti, Leonardo Pizzichi e Michele Crisostomo. 

Articolo Precedente

Dell’Utri, Orlando: “Inviata in Libano la domanda di estradizione”

next
Articolo Successivo

Tangenti, Comune di Milano peccò di “omertà” no al risarcimento danni

next