Il mondo FQ

Rio de Janeiro, Claudia Silva Ferreira uccisa due volte

Icona dei commenti Commenti

Circa cento dimostranti hanno chiuso l’Avenida Ministro Edgard Romero lunedì a Rio de Janeiro. Non erano black bloc, ma favelados. Protestavano per la morte di Claudia Silva Ferreira, 38 anni, impiegata domestica, colpita domenica (16 marzo) da due pallottole vaganti sparati presumibilmente dai soldati della Pm (Policia Militar) durante un’operazione di repressione contro il narcotraffico nel Morro da Congonha. Le pallottole hanno ferito la donna, la quale è stata caricata ancora in vita dai soldati sull’auto della Pm, ma durante il tragitto verso l’ospedale i militari non si sono accorti che lo sportello della loro auto si era aperto ed hanno trascinato il corpo della donna per almeno 250 metri. Ferreira è giunta morta all’ospedale.

Grazie alle immagini di un video amatore, la polizia civile ha aperto un’indagine per determinare se la brasiliana sia stata uccisa dalle pallottole o dal comportamento irresponsabile dei militari. Comunque vadano le cose, Ferreira è stata uccisa due volte. Alcuni testimoni, secondo il giornale O Estado de São Paulo, affermano che la polizia sia entrata sparando nella favela. La Polizia Militare usa pallottole di gomma per reprimere le manifestazioni che ormai non cessano di avvenire sin dall’anno scorso, ma usa quelle vere nelle favelas di Rio de Janeiro.

Le immagini riprese casualmente dal cellulare di un cittadino – il quale ha registrato con paura i militari trascinando e poi rimettendo con tutta tranquillità il corpo nel camburão, l’auto militare – parlano chiaro su come il governo dello stato di Rio de Janeiro si prepara alla Coppa del Mondo di calcio, ma soprattutto sul tipo di polizia che governo di Rio de Janeiro usa ed ha usato per reprimere le manifestazioni dei professori, i lavoratori della nettezza urbana e i giovani che protestano contro lo sperpero di denaro pubblico per finanziare il business privato nazionale e internazionale della Coppa del Mondo a giugno e le Olimpiadi nel 2016 a Rio de Janeiro.

I favelados indignati sono scesi in strada senza organizzarsi sul web. Ferreira era una donna generosa e afro-brasiliana, una dei tanti figli della schiavitù del paese che l’abolì nel 1888, ma ancora oggi i loro discendenti muoiono ogni settimana nelle favelas, dove ormai la vita è molto cambiata a causa del boom consumista, ma non ancora sociale.

Rio de Janeiro

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione