Cinema

Ida, un film gioiello su Olocausto e ricerca di identità individuale e collettiva

Non c’è retorica nel retrocedere la Storia attraverso una memoria che indubbiamente è ancora dolorosa. Composto di inquadrature perfette in un b/n senza tempo, dialoghi ridotti all’essenza a definire una narrazione di puro cinema, e di un accompagnamento musicale di classe, la pellicola è sorprendente, importante e dunque imperdibile

di Anna Maria Pasetti

Due donne nella Polonia dei primi anni 60. Anna, giovanissima e acerba della vita, sta per diventare suora nel convento che da piccola orfana l’ha cresciuta; Wanda, sua unica zia vivente, è ben più adulta ed esperta del mondo con un passato da pubblico ministero comunista durante la Seconda guerra mondiale. Anna la incontra, e da quel momento cambia il suo destino a partire dalla scoperta di chiamarsi Ida e di essere un’ebrea sopravvissuta all’Olocausto.

Primo film girato in patria del talentuoso polacco ma residente inglese Pawlikowski, Ida è un vero gioiello. Film sulla ricerca dell’identità individuale e collettiva, offre un’idea di cinema che oggi raramente si incontra e che a suo modo rievoca Dreyer, Tarkovski e il primo Polanski.

Non c’è retorica nel retrocedere la Storia attraverso una memoria che indubbiamente è ancora dolorosa. Composto di inquadrature perfette in un b/n senza tempo, dialoghi ridotti all’essenza a definire una narrazione di puro cinema, e di un accompagnamento musicale diclasse, Ida è un film sorprendente, importante e dunque imperdibile. Pluripremiato nel mondo.

Il trailer 

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