Quando nel luglio scorso siamo partiti con la battaglia per la revisione radicale dell’accordo Anci-Conai per la gestione degli imballaggi in Italia, non immaginavamo certo di suscitare così tanto interesse e attenzione. Articoli di giornale, interrogazioni parlamentari, ma soprattutto una risposta forte dai territori e dagli enti locali, che sono accorsi in massa per sostenere le nostre richieste e sollecitazioni affinché su questa partita si introducessero criteri di efficienza e premialità dei comuni virtuosi.

Leggo oggi di una nuova richiesta, da parte del Presidente Anci Fassino indirizzata al Governo, di destinare più risorse ai comuni italiani, che ormai versano in uno stato che definire di abbandono è davvero un eufemismo.

Il punto di partenza è senz’altro corretto e condivisibile. Per chi è dentro le istituzioni locali sa cosa significhi oggi amministrare un territorio, soprattutto se questo avviene in una piccola comunità. Vincoli, patto di stabilità, blocco assunzioni. Sembra che da Roma le pensino tutte per bloccare nei territori l’attività amministrativa che significa, nel concreto della quotidianità, servizi e risposte per le necessità dei cittadini.

Quel che mi fa rabbia, però, è che alle nostre richieste e sollecitazioni, che a livello economico potrebbero portare nelle casse dei comuni virtuosi almeno 150 milioni di euro in più senza gravare sui conti pubblici, Fassino non risponde, nonostante molte Anci regionali abbiano adottato la nostra piattaforma e rivendicazioni nel merito delle nostre proposte.

Abbiamo scritto tre lettere nel corso dei mesi al Presidente Anci e sindaco di Torino. Credo che a distanza di mesi sia arrivato il momento di rispondere.

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