Odio il Natale e quelli che il 7 luglio cominciano a comprare i regali e le palle a ottobre. L’albero poi lo disfano a Pasqua. Odio il Natale e il suo shopping compulsivo, il suo spacchettamento frenetico e nauseabondo, l’indigestione di struffoli e panettoni. Cosi dicon tutti, ma è impossibile sottrarsi alla messinscena del Natale. E’ tutta una corsa alla beneficenza mascherata da finto buonismo. Oddio, qualche iniziativa di buon cuore si salva come il “Made in Cloister” della Fondazione Tramontano che ha voluto il recupero del chiostro di Santa Caterina a Porta Capuana, un gioiellino del cinquecento napoletano, convertito a fabbrica di sapone e a falegnameria dopo.

Alla Feltrinelli gruppi di ragazzi si prestano a fare i pacchetti regalo dei libri, in cambio di una piccola offerta a ManiTese, per alcuni degli innumerevoli progetti di aiuto a bambini poveri di un mondo che più lontano da noi non possiamo immaginarlo.

Si cambia giro, si cambia musica, quella della Palast Orchester, orchestra berlinese fondata dal baritono Max Raabe, suonata alla Permanente di Milano per festeggiare i 350 anni di attività della Vitale Barberis Canonico, il lanificio più antico del mondo, tredici generazioni familiari, entrato nel club de Les Hénokiens, riservato solo alle grandi dinastie industriali con almeno duecento anni di storia. E abbuffata prenatalizia fu con risotti, ravioli, tortellini, galline faraone, musetti, morbido di castagne con pomodoro piccante e pecorino, piovra con patate e paprika, tartar dí manzo con salsa al cognac…

Tra musichette, presepi e coretti d’auguri c’è l’albero realizzato per l’asta di beneficenza, committente Loro Piana, in legno di rovere, ferro e feltro di lana creazione della Bottega Conticelli e c’è quello Pirelli, aerodinamico, a “prova di vento”, con palle ricavate dai pneumatici.

Non c’entra direte voi, c’entra, c’entra dico io. E se va tutto storto ci vuole molto poco, e spesso molto vicino, per fare Natale. Io sono andata a trovare un’anziana parente all’Istituto di accoglienza di Milano Mater Gratiae (che orrore parlare di riposo per anziani, fa già da anticamera della casa dell’eterno di riposo!). Qui le signore sono accudite con dedizione e sorrisi. Abbiamo giocato la tombola con le altre vecchiette, ho regalato piccoli pacchetti con dentro un niente,ma loro li scartavano con mani tremanti e occhi spalancati di meraviglia, come se dentro ci fosse un collier di Cartier.

Un gesto, per quanto minimo e insignificante, che è stato una goccia in un mare di indifferenza… ma visto che l’oceano è fatto di tante gocce non aspettiamo che la neve cada a fiocchi tondi. Già detto? Lo dico pure io: l’orgia consumistica è un’invenzione per crearci emorragie di denaro (ci pensa già l’Agenzia delle Entrate). Noi, vittime consenzienti e sorridenti. Il senso è un altro, dare una carezza, come quella che si dà a un bambino nella culla. Un piccolo gesto, che non si compra, non si impacchetta, non servono carte di credito. Si fa e basta. A tutti noi fa piacere riceverlo. A pochi di noi capita. twitter @piromallo

Articolo Precedente

Trash-chic, Napoli e la ressa al Monte di Pietà. Milano da bere, libri e sfiziosità

next
Articolo Successivo

Trash-chic, chi era la talpa dell’Angiolillo? Svelato il segreto italico

next