Dopo le gomitate sul naso al sindaco Marino in consiglio comunale, a Roma, la zuffa di questa mattina nell’aula del consiglio regionale del Piemonte. Alla faccia del confronto civile, l’aula della Regione è diventata un ring del Madison Square Garden. E dire che poco prima a Palazzo Lascaris c’erano gli alunni di una scuola elementare, invitati ad assistere alla seduta. Una volta si chiamava educazione civica, per fortuna la scolaresca era andata via quando sono volati i ceffoni.

Protagonisti dell’episodio Franco Botta, capogruppo di Fratelli d’Italia e Roberto Placido, Pd, vicepresidente del consiglio. Quest’ultimo era intervenuto per fare da paciere quando Botta si era scagliato contro l’ex presidente Mercedes Bresso, ma è rotolato a terra pure lui nella zuffa di strada.

La giornata era iniziata con le comunicazioni del presidente Roberto Cota che, a sorpresa – ha rimandato un viaggio in Giappone – si è presentato in aula per fare dichiarazioni sull’inchiesta per i “rimborsi facili”. Nel suo discorso Cota ha sostenuto: “Stiamo facendo scelte giuste, a volte difficili e impopolari, ma necessarie. Vogliamo continuare a essere un baluardo contro la disgregazione delle istituzioni”. Sulla vicenda giudiziaria è stato lapidario: siamo sotto attacco. “Da una semplice notifica di chiusura indagini è partita una campagna diffamatoria che non tiene in alcun conto le garanzie minime previste dal nostro ordinamento, e in questi giorni abbiamo assistito ad un vero e proprio attacco mediatico all’istituzione regionale e quindi alla democrazia rappresentativa”. Ed ha aggiunto: “E’ giusto che la magistratura approfondisca, ma è altrettanto giusto che il Consiglio regionale continui a lavorare con la dovuta serenità”. Ecco, è stata questa la parola magica: serenità.

L’ex presidente Bresso non aveva concluso il suo intervento che Botta – che figura nella lista degli indagati per delle mazze da golf e qualche migliaio di euro in salumi –  ha iniziato ad alzare la voce; Aldo Reschigna, capogruppo Pd, è intervenuto verbalmente in difesa di Bresso mentre Placido si è avvicinato a Botta per calmarlo ma ben presto i due si sono affrontati in una sorta di sfida all’Ok Corral. Che il clima fosse giù di giri si era capito anche prima, quando lo stesso Botta riferendosi a magistrati e giornalisti aveva avuto giudizi poco lusinghieri  – “topi di fogna” – rispetto a una presunta fuga di notizie sull’inchiesta dei rimborsi facili.

Quando la gazzarra è finita, Bresso sconsolata ha ripreso il suo intervento solo per dire: “Non parlerò più, aspetto solo che questo Consiglio vada a casa”. Poi però ha aggiunto: “Spero che nessuno minimizzi – sottolinea la Bresso – il consigliere Franco Botta è stato protagonista di un comportamento aggressivo e non solo verbale. La veemenza con la quale mi si è scagliato contro, togliendomi il microfono, va molto oltre la dialettica politica. Ancora una volta – conclude – assistiamo a una destra che si autoassolve, ritenendo l’unico problema chi persegue e scrive sulle ipotesi di reato piuttosto che fare autocritica”.

 

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