“La legge di Stabilità non arriverà in aula al Senato lunedì”. Lo conferma il presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini. La conferenza dei capigruppo aveva fissato l’approdo del provvedimento nell’aula di Palazzo Madama per lunedì 18 ma la commissione non riuscirà a licenziare il testo prima del 20-21 novembre. “Ci stiamo lavorando alacremente con l’intento di consegnare ai cittadini una legge fruibile e non complicata, che, nei limiti del possibile, attenui il peso fiscale”, ha detto Azzollini. Frasi, quelle dell’ex sindaco di Molfetta – da ottobre indagato per vicende legate ai lavori nel porto di Molfetta – che oggi danno più concretezza all’ipotesi di uno slittamento del voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi

L’allarme su questo punto era stato lanciato dai senatori del Movimento Cinque Stelle che ieri avevano denunciato la mole di emendamenti presentata dal Pdl come tentativo deliberato di rallentare i lavori: “Buona parte di quanto prodotto è strumentale – aveva detto la capogruppo al Senato Paola Taverna – molti emendamenti del Pdl sono stati scritti in virtù del fatto che dovremmo votare il prossimo 27 novembre per la decadenza di Berlusconi”.

E oggi i Cinque Stelle tornano all’attacco e scrivono direttamente al presidente del Senato Piero Grasso per chiedere la convocazione immediata della conferenza dei capogruppo con richiesta di anticipazione della votazione sulla decadenza di Berlusconi “a fronte delle iniziative dilatorie del Pdl (e del Pd) tramite la presentazione di migliaia di emendamenti alla legge di stabilità”. “Onorevole presidente, lo stato dell’esame della legge di Stabilità e di Bilancio per l’anno 2014 in Commissione Bilancio preclude, evidentemente, la possibilità dell’approdo in Assemblea previsto per lunedì 18 novembre. Del resto, in data odierna, anche il presidente della quinta commissione permanente ha esplicitamente confermato tale ipotesi, prendendo atto circa l’impossibilità della conclusione del loro esame in sede referente, conformemente alla tempistica prescritta dal vigente calendario dei lavori. Al netto della procedura temporale disciplinata dall’articolo 126 del Regolamento del Senato – in cui è fissato a 25 giorni il termine di approvazione dei documenti di bilancio da parte della quinta commissione e dunque, entro domenica 17 novembre, pare opportuna la immediata convocazione di una Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Parlamentari, al fine di predisporre un nuovo calendario dei lavori per la settimana dal 18 al 22 novembre, in relazione all’andamento dei lavori della commissione Bilancio”. Una richiesta, aggiunge Taverna, che “risponde esclusivamente all’esigenza di legalità e correttezza del nostro ordinamento giuridico e costituzionale, in forza di una persistente e perdurante violazione di legge, stante la permanenza in carica parlamentare di un soggetto condannato in via definitiva per reati gravissimi. Ogni ulteriore espediente dilatorio e ritardante non solo è da considerarsi inopportuno e illegittimo, ma rischia di compromettere, irrimediabilmente, la dignità istituzionale e funzionale del Senato della Repubblica”. 

Non a caso, a rallentare i lavori ci si mette anche il Consiglio nazionale del Pdl previsto – e per ora confermato – per questo sabato nonostante i tentativi di rimandare l’appuntamento che deve sancire la morte del Pdl e dare la rinascita alla Forza Italia dei lealisti berlusconiani. Con l’assenza di tutti i big del Pdl, infatti, il prossimo 16 novembre non ci potrà essere alcuna seduta della commissione. Così come è noto che è proprio sulla decadenza di Berlusconi che si sta consumando la lenta e dolorosa scissione del Pdl. Sempre ieri, era stato Fabrizio Cicchitto a rivendicare per gli “innovatori”, ala governativa del Pdl, il merito di essere riusciti a guadagnare, ad oggi, due mesi sulla decadenza del Cavaliere.

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

Napolitano: “In Italia troppi veleni”. Bondi: “Non ha fatto niente per pacificare”

next
Articolo Successivo

I laboratori delle parole politiche

next