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Satellite Goce, Esa: “Nessun frammento cadrà in Europa. Australia a rischio “

Secondo l'Agenzia spaziale europea, i luoghi più probabili per l'impatto potrebbero essere gli oceani, le regioni polari o aree deserte dell'Oceania. Già in mattinata la Protezione civile aveva garantito che l'Italia non sarebbe stata interessata dal fenomeno
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I frammenti del satellite europeo Goce non ricadranno in Europa. Tuttavia, secondo Rune Floberghagen dell’Agenzia spaziale europea, i luoghi più probabili per l’impatto potrebbero essere gli oceani, le regioni polari o aree deserte dell’Australia. Le dichiarazioni di Floberghagen coincidono con l’ultimo aggiornamento della Protezione Civile, secondo cui l’Agenzia spaziale italiana ha ormai escluso un eventuale impatto. 

In mattinata, però, le due agenzie avevano fornito informazioni diverse. “I dati rilasciati ieri e oggi dalla Protezione Civile – aveva detto Floberghagen – non sono supportati dalle analisi dell’Esa”. In ogni caso, nessun frammento del satellite è caduto in Italia. Secondo quanto riferito dall’Agenzia Spaziale Italiana sul rientro incontrollato del mezzo spaziale, la finestra temporale di previsione per l’impatto con l’atmosfera è stata spostata in avanti rispetto a quanto comunicato ieri: dalle 10 di oggi alle 9.35 di lunedì.

Se nessun frammento è caduto sul nostro territorio nella prima finestra temporale che era stata indicata, quella tra le 8.26 e le 9.06 di oggi, in mattinata la Protezione civile, prima dell’ultimo aggiornamento, non aveva ancora escluso la pur remota possibilità “che uno o più parti possano cadere in Italia nelle altre due finestre temporali già indicate: dalle 19.44 alle 20.24 di oggi, interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna, e dalle 7.48 alle 8.28 di lunedì, coinvolgendo potenzialmente il Sud (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia)”. L’Agenzia Spaziale Italiana aveva sottolineato che, “a causa del comportamento di Goce, le finestre temporali di rischio sull’Italia potranno essere progressivamente eliminate o confermate solo poche ore prima o a ridosso del rientro stesso”.

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