Grillo ha ragione quando dice che l’informazione Rai dovrebbe essere indipendente dai partiti, con la schiena dritta, un esempio di pluralismo, a tutela delle minoranze, esattamente quello che ogni tre anni la tv di Stato si impegna a fare sottoscrivendo il contratto di servizio con il ministero dello Sviluppo economico. A memoria non ricordo Grillo al nostro fianco dopo l’editto bulgaro, con Travaglio, Gomez, Santoro, Freccero, la Guzzanti, Ruotolo e tanti cittadini, andare su e giù per l’Italia a denunciare le malefatte dei cortigiani di Berlusconi sbarcati in Rai.

La Commissione di Vigilanza, presieduta dall’onorevole Fico del M5s, ha la possibilità di verificare le denunce di Grillo: come viene valorizzata la professionalità interna e se viene riqualificata, di farsi dare l’elenco dei fornitori per verificare gli appalti a partire dalle troupe di ripresa fino alla produzione dei programmi, di controllare che il piano industriale venga applicato. Per sapere lo stato delle cose basterebbe convocare in Commissione, oltre ai vertici Rai, qualche lavoratore. Il sistema e la democrazia hanno bisogno di una nuova legge che sostituisca la Gasparri, la risoluzione del conflitto d’interessi e che il cda e i direttori vengano nominati a fronte di competenza e merito, solo così si libera la Rai dai partiti.

Riguardo a Che tempo che fa, per la mancata replica a Letta sulla legge elettorale (il M5s ha effettivamente votato contro il Porcellum e a favore del ritorno del Mattarellum, proposto dal democratico Giacchetti, mentre il Pd ha votato contro), Grillo e soprattutto Fico, pur di passare per vittime predestinate, hanno taciuto che il 25 settembre, cioè prima dell’intervista di Letta, Fico ha accettato l’invito di Che tempo che fa a partecipare alla trasmissione domenica 6 ottobre, dove avrà tutto il tempo, davanti a quei 5 milioni di telespettatori, come sostiene Grillo, di replicare al presidente del Consiglio.

Mi spiace invece che tra le finte dimissioni del Pdl, la crisi di governo e la caciara di Grillo, siano passati inosservati due momenti importanti per l’informazione Rai: l’inchiesta di Bernardo Iovene per Report sui “ministri scelti per incompetenza” e l’intervista, in esclusiva, di Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al-Assad. Caro Grillo, in Rai non tutto è da buttare, e i 13mila dipendenti hanno bisogno di poche parole e molti fatti. Hai ricordato gli straordinari sceneggiatori Rai, ti rammento che nei tuoi programmi hanno lavorato solo esterni: Ricci, Serra, Trapani, Testa, Andreatta, Gino e Michele e tanti altri.

Il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2013

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