Io e Marco (Travaglio, ndr) siamo stati tenaci. C’è stato un periodo in cui eravamo soli contro tutti, guardati male anche all’interno dei nostri giornali perché eravamo quelli sommersi dalla querele dei potenti e di Berlusconi in particolare“. Lo rivela Peter Gomez in un ritratto a tutto tondo reso ad Andrea Scanzi nel suo programma “Reputescion”, in onda stasera alle 22.30 su La3 (Sky 143 – DTT 134). “Eravamo visti come dei pazzi che scrivevano libri” – continua il direttore de ilfattoquotidiano.it – “e venivamo accusati da destra e da sinistra di essere dei giustizialisti. Poi le cose sono cambiate”. Gomez nega la definizione di “house organ di Beppe Grillo” affibbiata al “Il Fatto Quotidiano”: “A differenza di altri, noi non attacchiamo Grillo a prescindere. Tutte le notizie negative sul Movimento 5 Stelle o il 90% di queste sono state date in anteprima dal fattoquotidiano.it”. E cita qualche esempio: “Dal caso Tavolazzi ai referendum sulla democrazia interna al M5S fino alla decisione di Beppe di mettere sul suo blog in maniera piuttosto maleducata il mio indirizzo email privato, sperando in un mail-bombing che poi non ci fu”. A Scanzi che gli chiede se Il Fatto sopravviverà a un’uscita di Berlusconi dalla scena politica risponde: “È scientificamente dimostrato, ci siamo occupati talmente tanto degli altri, siamo abbastanza bravi ad occuparci di tutti per cui il pubblico è in grado di accorgersene. La nostra differenza” – continua – “è che non abbiamo né padrini né padroni, L’unico modo per vendere i giornali e far frequentare i siti internet è avere le notizie. E finchè avremo le notizie, noi vivremo”. Gomez poi esprime il suo personale giudizio sui alcuni colleghi: “Santoro è un fuoriclasse, come Maradona: il più bravo di tutti. Formigli ha tanto talento, le sue ultime trasmissioni, in particolare quest’anno, sono giornalisticamente perfette, però non è Maradona. Marco Travaglio è una rockstar del giornalismo. Calcisticamente è Messi. Io sono Oriali”. E su Alessandro Sallusti svela: “E’ come Darth Fenner, l’ho conosciuto sulla strada, era uno dei più bravi cronisti che ci fossero in circolazione. Poi ha conosciuto il Lato Oscuro della Forza e si è fatto riprendere. Con Vittorio Feltri” – continua – “ho buoni rapporti. Ma entrambi hanno fatto delle scelte che sono in antitesi con il giornalismo. Sono dei grandi professionisti, Feltri è bravo a vendere i giornali, ma il giornalismo non è vendere i giornali”  di Gisella Ruccia

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