Le tasse per le multinazionali, anche quelle che operano in rete, e una stretta sui giochi. E’ quanto prevedono gli emendamenti al ddl delega fiscale che sono stati appena approvati dalla commissione Finanze della Camera. Le multinazionali, tra cui  anche quelle del web, e Google in primis, dovranno pagare le imposte in Italia. Lo stabilisce un emendamento del Pd. Secondo il testo, le tasse saranno calcolate in proporzione al fatturato che sarà realizzato dalle azienda nel nostro Paese. Prima dell’approdo della delega fiscale in Aula, atteso per la settimana prossima, in commissione è stato approvato anche un altro emendamento del Pd relativo alle slot machine. D’ora in poi sarà un piano regolatore del Comune a localizzare i luoghi in cui potranno essere aperte nuove sale da gioco. Lo ha detto il capogruppo dei Democratici in commissione Marco Causi.

Il problema della tassazione delle società straniere online, come Google, non è da sottovalutare, visto che la sua controllata Google Italy nel 2012 ha pagato al fisco italiano soltanto 1,8 milioni di euro. L’Italia, come anche gli altri Stati europei, sta cercando da tanto tempo un modo per  porre fine al privilegio fiscale di cui gode il colosso informatico americano.  L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che tra il 2002 e il 2006, Google Italy aveva registrato redditi non dichiarati per circa 240 milioni (con un risparmio di 70 milioni di tasse) e Iva non pagata per 96 milioni di euro. Per il quinquennio successivo, la cifra potrebbe ammontare a 600 milioni, 120 all’anno. 

Articolo Precedente

Dopo il flop di Monti Letta dà il via a un nuovo piano per attrarre investimenti

next
Articolo Successivo

Più aumenti e meno efficienza, le Ferrovie italiane perdono il confronto con l’Europa

next