Non c’era bisogno di fare questa commissione per le riforme. E’ una tecnica dilatoria, la stessa che non ci fa fare la legge elettorale”. Lo afferma ai microfoni di “24 mattino”, su Radio24, Lorenza Carlassare, la costituzionalista che si è dimessa dalla Commissione per le riforme in contrasto con la decisione del Parlamento di sospendere il lavori per un giorno dopo la fissazione dell’udienza in Cassazione sul processo Mediaset. “Il Parlamento” – continua – “poteva fare lo stesso lavoro per mezzo delle udienze conoscitive. Penso che alla fine non sia neppure inutile, ma certamente bastavano due o tre audizioni conoscitive e si mettevano insieme. Insomma, è una tecnica dilatoria, ci siamo capiti”. E aggiunge: “Un altro mistero insondabile è la composizione della commissione: 35 saggi e 7 relatori. E’ tutto molto complicato. Un mistero”. Alla domanda del conduttore Alessandro Milan circa Vito Marino Caferra, già presidente della Corte di Appello di Bari, designato a ‘esperto di collegamento fra il Comitato dei Saggi e la I Commissione della Camera’, Lorenza Carlassare risponde: “Non so identificarlo, di questo uomo di raccordo non so nulla. Non l’ho visto questo raccordo, si vede che mi ha saltata

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