Le riforme in Italia mirano a “delegittimare la Costituzione” e dare un po’ di sostanza “a quella vena di autoritarismo che ci portiamo dietro da sempre”. Era il 6 giugno, poco più di un mese fa la giurista Lorenza Carlassare aveva minacciato di lasciare il gruppo dei saggi. Ipotesi che ha messo in atto oggi. “Il presidenzialismo all’americana non lo vogliono perché lì i poteri del presidente sono davvero limitati dal Parlamento e dal potere giurisdizionale, e allora c’è l’idea del semipresidenzialismo che vedono come un filone che può potare la concentrazione dei poteri in una persona sola, questa è l’aspirazione” aveva detto intervistata da Radio radicale. “A questa aspirazione autoritaria io non ci sto e quindi la mia idea sarebbe di portare la mia voce dissidente, ma forse ho sbagliato ad accettare perché questa voce dissidente non avrà alcuno spazio”.

E così è stato, la professoressa ha lasciato la commissione dei saggi per le riforme anche seguito della sospensione dei lavori alle Camere perché ”la maggioranza, con il comportamento di ieri, ha mostrato in pieno la sua assoluta estraneità ai valori dello stato di diritto, il disprezzo per il costituzionalismo liberale e i suoi più elementari princìpi”. Carlassare, mercoledì ha presentato le sue dimissioni.

In un’intervista a il manifesto in edicola venerdì, Carlassare spiega: “Non posso certamente continuare a far parte della Commissione di un governo sostenuto da una maggioranza che decide di fermare i lavori del Parlamento perché la data di una sentenza non consente a un imputato eccellente di fruire della prescrizione”. Secondo la costituzionalista la decisione di bloccare le istituzioni rappresenta un’evidente pressione indebita sulla corte di Cassazione. Pesantemente attaccata dagli uomini del Pdl.

Prima e dopo avere accettato l’incarico, Carlassare aveva già manifestato dubbi, ma adesso si dice dispiaciuta di dover lasciare perché stava registrando notevoli convergenze di pensiero con i colleghi: “Anche nel corso dell’ultima riunione, dedicata al delicato argomento della forma di governo, sono stata felice di scoprire un grande condivisione attorno all’idea che la forma di governo parlamentare può essere sì migliorata, ma senza cambiarla in favore di un improbabile presidenzialismo”. La professoressa aggiunge di essere sgomenta per il largo consenso che ha avuto la richiesta del Pdl di fermare il Parlamento e di provare “meraviglia per il silenzio di personalità di grande autorevolezza e cariche di responsabilità istituzionali”.

Alla Carlassarre arriva il rammarico del ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello. “Cara professoressa ho letto con rammarico la lettera con la quale rassegni le dimissioni dalla Commissione di esperti costituita dal governo in vista del processo di riforma istituzionale che proprio in questi giorni è stato avviato dal Parlamento. Il rammarico deriva non solo dall’ovvio dispiacere per l’interruzione della tua collaborazione ai lavori della Commissione, ma anche dalla consapevolezza, che il contenuto della tua missiva mi autorizza a considerare condivisa, del clima assai positivo di confronto e di collaborazione che fin qui si era riusciti a creare. Reputo tale clima – sottolinea Quagliariello – essenziale per il buon esito di un processo di riforma che è al tempo stesso importante e urgente ma anche tecnicamente complesso e politicamente delicato. In questo senso, il fatto che studiosi portatori di sensibilità e visioni culturali così diverse, quali sono i componenti della Commissione, siano finora riusciti a confrontarsi serenamente e a trovare un comune linguaggio e metodo di lavoro, rappresenta un ottimo risultato”.

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