A meno che non accadano omicidi, di Perugia la rossa, ma negli anni sempre più rosé, è difficile leggere notizie sulla ribalta nazionale. Eppure Perugia, per via di intrecci affaristici tra economia, politica e poteri oscuri, andrebbe studiata. Partendo dalla recente elezione di Giovanni Paciullo a rettore dell’università degli Stranieri, il mio amico Riccardo Migliorati traccia di seguito un quadro delle oliatissime modalità con cui il potere locale fa da decenni il bello ed il cattivo tempo. (Alberto Crepaldi)

Vent’anni fa volavano i corvi sull’Università di Perugia, corvi che preannunciavano quello che sarebbe successo di lì negli anni con precisione certosina, da veri cultori del dettaglio da libro giallo. In trentacinque quartine un anonimo poeta descriveva il potere pluriventennale dell’allora rettore dell’Ateneo Giancarlo Dozza, sullo sfondo della Perugia al contempo capoluogo rosso dell’Umbria ma anche città dalle 20 logge massoniche e dal ricco e qualificato sistema universitario, dal Dopoguerra tenuto in mano saldamente dalla “minoranza” cattolica un tempo democristiana.

E’ tempo di rinnovo dei vertici universitari anche a Perugia e mentre l’Ateneo statale comincia ora a scaldare i motori della contesa al potente rettore uscente Bistoni, l’aprile del 2013 ha visto riaprirsi la gara per lo scranno magnifico della Stranieri dopo la chiamata del rettore uscente Stefania Giannini da parte di Mario Monti.

Puntuale, pochi giorni dopo, col probabile avallo della stessa, è arrivata la candidatura di Paciullo. Ma chi è costui? Il curriculum studiorum presente sul sito dell’Università offre al lettore tre scarne pagine di titoli in cui non è nemmeno specificato l’anno di Laurea in Legge e la relativa votazione dell’accademico. Quello che è certo è che Paciullo è uomo di politica e di potere molto navigato nella realtà cittadina; subentrato come primo dei non eletti nel 1991 in Parlamento, alla morte dell’ex ministro Malfatti.

Classe 1948, giunto a Perugia nel 1966 da Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, Paciullo muove i primi passi da studente. Presto la passione politica prevale su tutto. All’università per Stranieri entra come dipendente finché a 56 anni diviene professore di prima fascia di diritto privato e al contempo direttore scientifico del Master Med. Finanziatore del progetto è l’onnipresente Cassa di Risparmio ed è qui, sul piano delle relazioni col mondo economico bancario che Paciullo trova l’humus relazionale utile alla scalata al rettorato nonostante una scarna bibliografia che conta solo un libro e appena tre monografie.

La presentazione della candidatura a rettore di Paciullo si è tenuta il 15 aprile all’insegna della massima solennità; potere economico e politico convergono come a presagire le grandi alleanze che di lì a poco si sarebbero affermate nel panorama politico nazionale. Così in prima fila si fanno notare politici di destra (Laffranco, deputato confermato Pdl e Maria Rosi consigliere regionale dello stesso partito) e di sinistra (il presidente della Provincia renziano Marco Vinicio Guasticchi, i bersaniani Valeria Cardinali, il neo deputato Giampiero Giulietti e il veltroniano Walter Verini).

Tutt’altra atmosfera alla conferenza stampa dell’avversaria di Giovanni Paciullo; nata inizialmente in sordina, la candidatura della professoressa Lidia Costamagna ha intercettato il desiderio di cambiamento e di autonomia dalla politica di parte importante del corpo docente. Laureatasi a 24 anni con il massimo dei voti in Lingue e Letterature Moderne con una tesi relata dal prof. Ernesto Galli Della Loggia, la Costamagna si è presentata alla corsa per il rettorato con un curriculum denso di diciotto pagine di corsi tenuti in tutto il mondo e di pubblicazioni riconosciute di riconosciuto livello.

Il lunedì del voto dei grandi elettori accademici raccontano di indecisi accompagnati al seggio passo a passo, la pressione sugli aventi diritto al voto porta i suoi effetti e alla Costamagna vengono a mancare un paio di voti decisivi per impedire a Paciullo di avere da subito quella maggioranza qualificata che in serata invece lo impalma rettore. Passano pochi giorni e le mail dei dipendenti accolgono dall’Ufficio Relazioni interne e Internazionali una convenzione con una grossa concessionaria di macchine, grazie alla quale tutto il personale, ma non solo, anche la forza studentesca dell’Ateneo, potrà usufruire di grossi sconti su qualsiasi tipo di servizio.

Come a dire, cari dipendenti e studenti, vanno bene i discorsi sulla meritocrazia, non avremo eletto il candidato dal curriculum migliore, però godremo tutti di qualche piccolo privilegio in più. Vi pare poco? A Perugia la cosa non ha fatto nemmeno notizia, tanto tutti davano per scontato l’esito. Non un dubbio nella stampa locale, onori e giubilo dalla politica.

Che tutto cambi allora, purché rimanga sempre tutto come prima, anche nell’Università che per un biennio, prima che i Gattopardi di allora lo cacciassero insegnò anche Aldo Capitini.

di Riccardo Migliorati

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