Al Teatro Valle occupato di Roma prende il via la fase redigente della “Costituente dei beni comuni” presieduta da Stefano Rodotà. Un gruppo di giuristi, in cui spiccano, tra gli altri, i nomi di Gaetano Azzariti, Ugo Mattei, Maria Rosaria Marella e Paolo Maddalena, al lavoro per scrivere una nuova disciplina dei beni pubblici e della loro tutela da parte dello Stato. “Il nostro obiettivo – spiega Ugo Mattei – è redigere un testo da proporre al Parlamento: un pezzo di legislazione all’avanguardia internazionale che limiti gli spazi della proprietà privata e di quella pubblica e favorisca la nascita dei beni comuni“. Tra i temi su cui lavorano i giuristi (che riprendono i lavori della vecchia “Commissione Rodotà”), oltre alla definizione di “bene comune”, c’è una proposta per il reddito minimo garantito, una riforma dell’iniziativa di legge popolare e la modifica dell’articolo 21 della Costituzione per riconoscere l’accesso al web come diritto fondamentale. Secondo Stefano Rodotà, “la questione dei beni comuni è entrata nel dibattito pubblico con i referendum del giugno 2011 che hanno bloccato la privatizzazione dell’acqua: è un tema decisivo per il rapporto tra politica e società. Una serie di proposte legati a questi temi stanno per essere presentate in Parlamento: ci sono gruppi o singoli parlamentari pronti a prendere questo impegno  di Tommaso Rodano

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