Aveva detto che uscendo dal Pdl rinunciava a un seggio sicuro. Se sconfitto Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, sarebbe tornato a fare il suo lavoro, l’imprenditore. Però, dopo le elezioni e dopo esser rimasto fuori dal parlamento, si è mostrato subito disponibile a un nuovo incarico politico, un ingresso nella giunta della Regione Piemonte. Glielo ha chiesto il governatore leghista Roberto Cota che lunedì ha negato: “Crosetto in giunta? Niente di vero”. Tutto vero invece. Lo dimostra un sms del presidente all’interessato. Però Crosetto – interpellato dal fattoquotidiano.it – non vuole passare come un paracadutato alla ricerca di poltrone e precisa: “Nei giorni scorsi mi ero reso disponibile a dare una mano a titolo gratuito e dall’esterno”.

L’sms
La dichiarazione di Cota deve essere stata una doccia fredda, ma Crosetto non s’è perso d’animo ed è passato al contrattacco, usando una strategia di cui era stato vittima in passato. Come aveva fatto Franco Bechis, vicedirettore di Libero, quando pubblicò la telefonata in cui il sottosegretario dava della “testa di cazzo” a Berlusconi, ora è lui ha rendere pubblica una conversazione privata. Proprio l’sms che Cota gli ha inviato qualche giorno fa: “Ho bisogno di te, devo dare una scossa altrimenti andiamo al voto. Vieni avrai l’ufficio vicino a me e insieme proviamo a spalare la …”, riporta l’edizione torinese di Repubblica. Un sms vero: “Di fatto non è stato smentito da nessuno” dice Crosetto.

Una giunta in bilico
Cota aveva bisogno di lui “altrimenti andiamo al voto”. La sua poltrona da governatore traballa, proprio ora che Roberto Maroni è diventato presidente della Regione Lombardia e le tre principali regioni del nord sono rette dalla Lega Nord. Se cade il Piemonte il progetto della macroregione rischia di svanire e Cota sarebbe il responsabile del fallimento. I pericoli ci sono. Solo pochi giorni fa si è dimesso l’assessore allo Sviluppo economico Massimo Giordano, indagato per corruzione, concussione e abuso d’ufficio dalla Procura di Novara. Nessuno è stato nominato al suo posto. Gli equilibri in Consiglio regionale sono cambiati dopo la costituzione di un folto gruppo consigliare di FdI (tra cui il presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo), che ha ridotto il gruppo del Pdl da 22 a 10 consiglieri. Tre assessori (Barbara Bonino, William Casoni e Roberto Ravello) sono di FdI contro i quattro del Pdl. Per questo ci sarebbe bisogno di un rimpasto. Infine in Piemonte alle elezioni politiche il centrodestra è arrivato dietro al centrosinistra, anche se di poco.

La soluzione
Cota necessita di qualcuno che possa garantirgli più equilibrio politico e stabilità e nei giorni scorsi Crosetto, rimasto fuori dal Parlamento, si era detto disponibile a fare qualcosa – a titolo gratuito e dall’esterno – per la sua Regione. “Non mi andava che sembrasse un paracadute – precisa ancora – È volontariato”. Ma come si può fare a dare un aiuto dall’esterno? “Se ti serve una mano, per vedere se mi vengono delle idee buone…”. L’idea resta poco chiara, ma non c’è più bisogno di specificarla. Lunedì a margine di un incontro coi sindacato su Fonsai il governatore ha affermato: “Più che a un rimpasto, sto lavorando alla puntualizzazione e al rilancio della nostra azione di governo”. Poi ha aggiunto pure che “ci sarà bisogno di qualche persona nuova in giunta”, ma che l’ingresso di Crosetto “non è nulla di vero” e l’ipotesi è “inventata di sana pianta”. L’sms non diceva questo e in serata Crosetto ha dichiarato alle agenzie: “Se Cota dice di non aver mai pensato a me per un aiuto tecnico, allora chi era quel Governatore della Regione Piemonte che mi ha chiamato e di cui conservo i messaggi ricevuti, nei quali mi si propone di dare una mano e di andare a lavorare nell’ufficio accanto al suo?”. Sedotto e abbandonato Crosetto lascia la sfida: “Ieri gli ho detto: ‘aggiustatevi, punto’”, dichiara al fattoquotidiano.it. A “spalare la …” resterà solo Cota.

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