L’Italia? Più un paese del Terzo mondo che una una nazione dell’Occidente industrializzato. Bastano le statistiche, secondo Newsweek (nella sua nuova versione online) per decretare il declassamento del Belpaese. Nonostante la ricchezza del patrimonio culturale, e a discapito dei numeri macroeconomici che ci collocano ancora al settimo posto nel mondo, le statistiche sociali fanno scivolare l’Italia a livello di “un paese in via di sviluppo del Terzo mondo”, sostiene la giornalista Barbie Latza Nadeau.

Newsweek fa riferimento all’ultimo rapporto annuale dell’Istat per ricordare che la disoccupazione giovanile ha raggiunto un tasso del 36,5 per cento e che la violenza domestica è in costante aumento (120 donne uccise nel 2012, una ogni tre giorni). Vengono poi enumerati altri dati significativi: solo il 56 per cento delle famiglie possiede un computer, il 45,3% una lavastoviglie, il 33,4 un impianto di aria condizionata. Altissimo il tasso di abbandono scolastico: 18,8 per cento.

“E’ sorprendente – sottolinea Nadeau – che i giovani laureati abbiano più possibilità di essere disoccupati rispetto a chi lascia la scuola o non si è mai iscritto all’università” perché è probabile che lavorino “senza contratto”. Le donne poi, oltre a guadagnare il 15% in meno degli uomini, hanno poche chance di trovare un impiego specie nelle regioni del sud, dove 6 su 10 sono fuori dal mercato del lavoro. Situazione grave anche per gli immigrati, pagati in media il 40% in meno degli italiani e in condizioni di vita “disumane”, ragione per cui Amnesty International ha condannato l’Italia a dicembre l’Italia. E sono oltre 500mila quelli che vivono illegalmente nel nostro Paese.

da Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2013

aggiornato da Redazione Web, ore 11

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