Lunedì 8 ottobre, dopo essere stato invitato da molti amici che mi hanno informato, mi metto davanti alla tv per vedere il programma in trasferta dell’«Infedele» negli studi di Sat-2000, la tv della Cei per la commemorazione del Concilio. Si parte subito con un senso di angoscia con la giornalista col caschetto 2000, Lucia Ascione, che già prima di cominciare dà segni di evidente agiografia compiaciuta. Poi vedo gli ospiti: a parte don Giovanni Nicolini di Bologna e Alberto Melloni, storico (che però non si è sbilanciato affatto), c’era un parterre di becchini del Concilio che facevano finta di prenderlo sul serio. Chi erano costoro?
– Scola Angelo, arcivescovo di Milano per volontà del pontefice regnante e per imposizione di CL, che faceva il finto progressista, cercando contestare.
– Roberto De Mattei, presidente dell’Associazione «Lepanto» (credo che basti il nome come il lassativo Falqui), consigliere per le questioni istituzionali di Fini, è membro di Ordine nuovo e fu da Berlusconi nominato come subcommissario al Cnr con delega alle scienze umane. Egli è ancora un fautore del «creazionismo» contro l’evoluzionismo e giudica (lo ha detto anche nella sera scellerata) il Concilio la causa di tutti i mali.
– Dino Boffo, presidente di Sat 2000, presidenza per grazia ricevuta come risarcimento per il fango che il Giornale e Libero scagliarono contro di lui per ordine di Berlusconi che voleva avvertire con stile tipicamente mafioso Bagnasco e Bertone. La sua aria trasognata e misticheggiante faceva venire la voglia di darsi all’ateismo non pacifico.
– C’era anche Giuliano Ferrara, il «vuoto gonfio» e direttore del Foglio, cioè il prezzolato di tutti i tempi, che per darsi visibilità (!!??) può dire solo insensatezze e castronerie senza testa né coda.
– Chiudeva l’unica donna del cerchio: Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti che quando apriva bocca, ne usciva una omelia scaduta in una omelette con uova vecchie.
Il programma era confezionato da Sat 2000 con gli invitati che erano invitati da Sat 2000; e Lerner, il Gad, che si è prestato a fare da comparsa, annullando un dibattito che non poteva esserci e infatti non c’è stato. L’obiettivo della gerarchia ufficiale e dei suoi «embedded», giornalisti e non, è semplice: in questo anniversario, bisogna esaltare il Concilio a più non posso, esaltarlo «nel solco della tradizione», occorre dire che è stato grande, anzi grandissimo Concilio e che per questo è meglio metterlo da parte e passare all’odg della nuova evangelizzazione e alle lagne di Benedetto XVI che piange sugli tsunami laicisti, sui relativismi, sulle famiglie da salvare, ma guai a mandare a quel paese Casini e Berlusconi e Fini e loro compagnia cantante che di famiglie se ne intendono. Guai a dire una parolina all’orecchio di Monti che con le sue politiche senza politica, ma di tagli, ha distrutto più famiglie lui che Carlo V in Francia.
Non sono riuscito ad arrivare in fondo alla trasmissione; ho cambiato canale e sul 24 c’era una storia di mafia con morti ammazzati: finalmente un po’ di logica grammaticale dove chi spara, spara, chi ammazza sa di ammazzare e chi è mafioso sa di mafiare. Se questo è il ricordo del Concilio, è meglio che passi presto questo anniversario perché di questo passo fa venire solo le coliche alle ginocchia. Per chi vuole ci vediamo a Genova in San Torpete, giovedì 11 ottobre per parlare del concilio a modo nostro.