La procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo sulle auto blu, dopo l’esposto presentato ieri dal capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, Andrea Defranceschi, ai carabinieri di Vergato. Nel documento si chiede di verificare la correttezza dei viaggi effettuati con le macchine con autista nel 2011 e nel 2012 dall’ufficio di presidenza e dai presidenti delle commissioni.

L’inchiesta è stata assegnata ai pubblici ministeri Morena Plazzi e Antonella Scandellari, che si occupano anche delle altre inchieste sui fondi regionali. Sarà sempre la guardia di finanza ad occuparsi delle indagini, che potrebbero partire dall’analisi della voce “spesa di rappresentanza”. Le Fiamme gialle stanno acquisendo una valanga di carte, più di 400 faldoni delle spese sostenute dai gruppi consiliari della Regione Emilia Romagna negli ultimi sette anni, e il lavoro di analisi e verifica potrebbe durare settimane o forse mesi.

Nella denuncia di Defranceschi sono allegate oltre cento pagine, che contengono le ricevute rilasciate da Cosepuri per numerosi viaggi, alcuni dei quali effettuati da Matteo Richetti, presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna (Pd) e numero due di Matteo Renzi. Il Fatto Quotidiano aveva elencato una serie di spostamenti da centinaia di euro a viaggio. Tutte missioni istituzionali, alle quali il presidente dell’assemblea decide di andare noleggiando un’auto con l’autista, ma di esempi ce ne sono a decine: tra costi per missione e varie ed eventuali si arriva a cifre per decine di migliaia di euro.

La consegna dell’esposto da parte dei grillini è avvenuta ieri, prima cioè dell’arrivo, questa mattina, della Finanza nell’ufficio del gruppo per acquisire le spese della legislatura in corso. Dalla procura si ribadisce il “massimo riserbo” sugli sviluppi dell’inchiesta, che potrebbe chiedere molto tempo a fronte di una mole così vasta di voci di spesa e fatture.

Dentro la voce “spese di rappresentanza”, dalla quale partiranno gli accertamenti, possono infatti rientrare i “biglietti augurali di consiglieri”, ma anche “doni di rappresentanza” nonché “pranzi con soggetti terzi e ospitalità a soggetti terzi”. Analizzando queste spese, in questa prima fase, gli inquirenti si concentreranno sulle cifre elevate, che balzano all’occhio. L’obiettivo, al di là della categoria “spese di rappresentanza”, è infatti quello di puntare sulle spese che meno di altre appaiano strettamente connesse all’attività istituzionale e di verificarle.

Sono diverse le inchieste della procura di Bologna. Quella centrale, aperta la scorsa settimana, è per peculato, ancora contro ignoti. I pubblici ministeri che si occupano delle indagini sono i pm Scandellari e Plazzi, coordinate dal procuratore aggiunto Valter Giovannini e dal procuratore capo Roberto Alfonso. È stato già costituito un pool investigativo per effettuare gli accertamenti nella maniera più approfondita possibile: cinque uomini del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, due ufficiali e tre sottufficiali.

E al fianco di questa maxi inchiesta ci sono altri fascicoli sulla scrivania del procuratore Alfonso, che si interessano della gestione dei fondi pubblici della Regione Emilia Romagna. Uno di questi riguarda le interviste televisive a pagamento, poi quello che vede indagato per peculato Paolo Nanni, consigliere provinciale che era in forza all’Idv, e il primo in ordine di tempo aperto dai magistrati della procura di Bologna tra i quattro sulla scrivania del procuratore Alfonso, riguarda la Lega Nord. L’ipotesi di reato è il falso ideologico commesso da privati in atto pubblico. E oggi si aggiunge un altro fascicolo, ancora senza ipotesi di reato, che riguarda le auto blu.

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