Le cellule staminali mesenchimali sono cellule che hanno la capacità di differenziarsi, crescere e sono in grado di diventare osso, cartilagine, grasso. E’ stato dimostrato che inoltre che sono in grado di interagire con il sistema immunitario. Per questo motivo vengono utilizzate all’interno di studi clinici sperimentali per il trattamento di alcune patologie che riguardano il sistema immunitario, come quelle che possono sorgere dopo un trapianto. Oggi esistono nel mondo 1.206 pubblicazioni che riguardano l’uso clinico delle staminali mesenchimali. Attualmente sul sito della Federal Drug Administration, massima autorità di riferimento mondiale per i protocolli clinici di ricerca, sono registrati 259 studi clinici nel mondo che prevedono l’utilizzo di cellule mesenchimali. Tre di essi sono italiani, contro 20 in Spagna, 9 in Belgio e 8 in Francia. In Italia i tre studi sono in corso uno tra Pesaro e Pavia e due a Bergamo.

Oltre a questi in Italia esistono 13 Cell-Factory autorizzate da Aifa dove vengono prodotte cellule staminali, attraverso specifiche manipolazioni, utilizzate per terapie sull’uomo. In lombardia  esistono ben 7 centri: il  “San Gerardo” di Monza, l’Areta International Gerenzano (Va) e  Ospedali Riuniti di Bergamo A.O. Lab. Terapia Cellulare e Genica Bergamo; a Milano ci sono l’Istituto Neurologico “Carlo Besta” UPTC di Milano, l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano “Cell Factory”, il Molmed S.p.A Milano e il Centro di Riferimento Regionale per la coltura di epidermide umana in vitro e banca per la crioconservazione dei tessuti dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda; in Umbria c’è il “Maria Di Terni Cell Factory” di Terni; in Emilia Romagna ci sono tre istituti: gli Istituti Ortopedici Rizzoli Bologna e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modena Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) di Meldola (FC; in Veneto c’è il “Fidia Advanced Biopolymers” di Abano Terme (PD); e infine nel Lazio l’unico istituto, il “FaBioCell” di Roma. 

L‘impiego clinico di una combinazione di cellule viene considerato terapia farmacologica se la cellula viene sottoposta in laboratorio a manipolazione estese, come la proliferazione. Negli altri casi è trapianto. Nel primo caso le valutazioni e le procedure di autorizzazioni sono affidate all’Aifa. Nel secondo al CNT. Resta affidata all’Istituto Superiore di Sanità il controllo della qualità del prodotto cellulare.

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