Ho firmato la petizione #30elode su change.org per chiedere al parlamento di portare a 30 km/h il limite di velocità all’interno delle aree residenziali, ad eccezione delle arterie a scorrimento veloce. Di seguito, cercherò di spiegare i motivi della mia scelta.

Una delle grandi sfide di chi si occupa di politica  è di riuscire ad astrarsi dalla propria realtà e dai propri interessi particolari per perseguire il bene pubblico. La rete ha permesso a chiunque di fare politica e di influenzarne le sorti e proprio grazie al web comuni cittadini, giornalisti e politici di professione interagiscono tra loro nella speranza di definire una volta per tutte cosa sia bene e cosa no per il proprio paese o per la propria città.

Anche per noi comuni mortali che non abbiamo accesso alle stanze dei bottoni la vera difficoltà è di uscire dal nostro contesto specifico (economico, lavorativo, sociale) per riuscire a promuovere il bene per il maggior numero di persone. La ragione è facile da capire: nessuno di noi è disposto a rinunciare a un vantaggio acquisito in nome del bene comune. In alcuni casi, però, è solamente una questione di prospettiva.

Una delle cose che mi ha insegnato questo blog è che spesso tendiamo a identificarci con una determinata categoria per poi cadere nel tranello dei luoghi comuni che ciascuna categoria porta. Ci sentiamo motociclisti, automobilisti, ciclisti, eppure nessuno di noi è nato in sella a una moto o con le chiavi della macchina nella tasca. Tutti noi invece siamo nati forniti di un mezzo di locomozione naturale: i piedi, che da millenni ci permettono di spostarci da un luogo all’altro. Insomma, siamo tutti pedoni.

Se provassimo a cambiare prospettiva, a mettere da parte il nostro mezzo di trasporto preferito e iniziassimo a pensare da semplicissimi pedoni, ci renderemmo conto che la realtà è sconcertante.

Ecco, da pedone fa particolarmente impressione pensare che ogni giorno 57 pedoni rimangono coinvolti in incidenti stradali, 2 dei quali perdono la vita. Fa impressione costatare che il 35% degli investimenti avviene sulle strisce pedonali. In 10 anni fanno 7.625 persone che camminavano per strada e che sono morte perché invisibili.

Uno studio britannico che è durato la bellezza di vent’anni ha dimostrato che portare il limite di velocità a 30 km/h significa ridurre gli incidenti del 50%. Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a firmare per chiedere al parlamento di portare a 30 km/h il limite di velocità all’interno delle aree residenziali, ad eccezione delle arterie a scorrimento veloce.

Il limite di 30 km/h nelle zone residenziali è prassi diffusa in quasi tutto il nord Europa, in Italia ne è stata annunciata l’introduzione la settimana scorsa in via sperimentale nella cerchia dei navigli a Milano ed è in vigore da un anno e mezzo nella città di Saronno (VA). I risultati ad oggi sono un aumento dei tempi di percorrenza di appena il 3%, cioè meno di 2 minuti per ogni ora trascorsa al volante.

Ho firmato perché quello che va bene per un pedone va bene per tutti, quindi anche per me e per i miei cari, perché quando attraverso la strada voglio essere sicuro di arrivare vivo dall’altra parte.

In rete è disponibile un pdf che fa un breve riassunto del materiale scientifico disponibile e delle varie esperienze al di fuori dell’Italia. Se vi va dategli un’occhiata. Può essere interessante.

L’indirizzo per firmare la petizione è change.org/30eLode

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