Per essere una domenica, e d’estate poi, i titoli dei tg, quasi fotocopie l’uno dell’altro, mi danno l’ansia: ‘Ore d’apprensione in Europa’ –dice La7- alla vigilia della riapertura dei mercati, che, sia per detto per inciso, chiudono ogni venerdì e riaprono ogni lunedì; ‘Le difficoltà della Spagna, dove diverse regioni sono sull’orlo del fallimento, potrebbe fare precipitare la situazione’, scandisce il Tg3; e fortuna che il Tg1 elimina i titoli perché c’è il GP di Formula 1, che se non sarebbe stata la stessa solfa.

Certo, ci sono pure segnali di segno diverso. Monti, ad esempio, va a Mosca, dopo avere denunciato che “il contagio è già in atto”, e ci dà almeno una sensazione di ‘business as usual’. E la Bce resta ottimista: “L’euro, assicura Draghi, è irreversibile”, anche se la strada della ripresa rimane in salita.

Debbo abituarmi (e rassegnarmi): sarà probabilmente così, se non peggio, per sette week-end, di qui all’inizio di settembre: sembra un film, è la nostra realtà. L’estate incoraggia la speculazione, perché i movimenti sono pochi e incidere sulle quotazioni è più facile, e la rarefazione delle notizie induce alle drammatizzazioni.

Occupazione, produzione, persino inflazione, lo spread, il debito, Spagna e Italia nel mirino, le voci di un euro doppio (ma che sarà mai?): non c’è notizia economica che non dia i brividi. E non sono sufficiente a calmarmi, né a calmare i mercati, che conta di più, le rassicurazioni del presidente Napolitano (“per preservare il nostro benessere e ridare fiducia ai giovani, servono istituzioni europee politicamente più forti”) e del premier Monti (“non abbiamo bisogno di nuove manovre: ce la caveremo da soli”).

Mi sarei sentito più tranquillo se, venerdì, l’Eurogruppo non avesse svuotato il vecchio fondo Salva Stati, senza che il nuovo sia pronto: non sarà utilizzabile prima del 1 ottobre, visto che la Corte costituzionale tedesca s’è presa tempo fino al 12 settembre per pronunciarsi, alla faccia dell’urgenza e della crisi.

Sette week-end così, li reggerò?, e li reggerà l’euro? Fortuna che poi Alonso vince: i titoli della sera sono rosso Ferrari, non rosso debito.

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