Il Comune di Modena fa scuola, e sono sempre di più in Italia le amministrazioni locali che stanno prendendo contatti con la giunta della città emiliana per capire come superare il blocco del turn over sul personale. Blocco che unito a tutte le altre limitazioni del patto di stabilità costringerà molte città a esternalizzare le scuole pubbliche (sopratutto nidi e materne) a gestione comunale. Insomma una privatizzazione a tutti gli effetti  che colpirà quelle realtà che storicamente hanno investito di più nel sistema scolastico. A cominciare da molte città dell’Emilia-Romagna, e infatti Bologna è stata una delle prime città a informarsi sulla “fondazione materne” in via di costituzione a Modena, ma a farsi avanti sono stati anche i Comuni di Torino, Livorno e Mantova.

L’idea modenese è semplice: se per legge il turn over nelle amministrazioni locali è limitato al 20% (ora dopo alcune modifiche legislative si è arrivati al 40%, ma il problema rimane) non sarà più possibile procedere con assunzioni di personale a tempo indeterminato oltre quel tetto di spesa. Semplificando, per ogni 10 insegnanti che vanno in pensione se ne potranno assumere solo 2 ( o 4 se le modifiche diventeranno effettive). Per evitare di cedere il servizio a privati dunque, e l’alternativa è chiudere direttamente le scuole, l’unica possibilità è quella della fondazione. Un’esternalizzazione nella forma che mantiene però pubblico il servizio nella sostanza. “Lo strumento è innovativo ma certo non abbiamo inventato nulla, semplicemente siamo stati i primi ad adottarlo – ha spiegato Adriana Querzè, assessore modenese all’istruzione –  Si tratta di una fondazione di partecipazione pensata per le scuole materne ma che in futuro potremmo estendere anche al sistema dei nidi. Il primo fondatore sarà proprio il Comune di Modena e il consiglio di amministrazione resterà a totale controllo pubblico, così come i fondi arriveranno direttamente dal Comune. Senza la fondazione avremmo dovuto esternalizzare il servizio ai privati”.

Nella stessa situazione di Modena si è trovato il Comune di Bologna, che nelle ultime settimane ha messo in piedi una squadra di tecnici per valutare l’ipotesi fondazione. Quando i tecnici avranno ultimato le loro valutazione di fattibilità toccherà alla politica fare la propria parte. Per ora la maggioranza di centro sinistra non sembra contraria per principio all’iniziativa, ma rimane la diffidenze dei sindacati verso uno strumento che potrebbe essere l’anticamera  di una privatizzazione mascherata, magari attraverso l’entrata graduale di capitali privati. Capitali che poi avranno necessariamente il loro peso anche nel governo della struttura. Per ora ci sono alcune dichiarazioni. L’assessore all’istruzione di Bologna, Marilena Pillati, riferendosi all’ipotesi fondazione chiede di “superare tutti gli steccati ideologici”. Sinistra e Libertà, ala sinistra della maggioranza a guida Pd, chiede invece di sbarrare la strada ai privati, e nel caso bolognese si tratterebbe in buona sostanza del sistema cooperativo.

A Torino invece, dove la situazione era ormai esplosiva anche dal punto di vista della contestazione politica verso l’amministrazione del sindaco Fassino, il Comune ha scelto di arrivare alla fondazione fra un anno. Nel 2012-2013 nove nidi saranno affidati a strutture del privato sociale. Sarà però solo un anno di passaggio: da settembre 2013 si prevede il passaggio dei nidi per ora esternalizzati proprio ad una fondazione controllata dal Comune.

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