Vi propongo due interessanti casi di comunicazione politica moderna (e della sua traduzione giornalistica).

Primo caso: due politici belgi, entrambi di sinistra, sono invitati a une tenzone dialettica da un giornale (belga ovviamente). Uno dei due, nel dibattito, afferma (e il giornalista scrive) che in una catena di supermercati molto conosciuta si può andare in bagno solo due volte al giorno, capitalismo ladro.

Il giornale in questione ha però un’abitudine tanto sana quanto rara: un ombudsman analizza regolarmente l’operato del giornale stesso chiedendosi se sia eticamente corretto o meno, e le conclusioni le mette per iscritto in alcuni interessanti articoli. Così l’affermazione del politico è stata verificata, scoprendo che non si trattava del noto supermercato, ma di un noto fornitore di energia. Però verificando questa seconda informazione si scopre che in realtà si trattava di un subappaltatore del fornitore di energia. Anzi no, di un call centre. E parlando con i responsabili del call centre si scopre una realtà un tantino diversa da quella che uno si immaginerebbe leggendo l’articolo originale.

Si scopre cioè che un dipendente del call centre doveva sottoporsi a un trattamento medico particolare che richiedeva di bere molta, davvero molta acqua. Ora, in un call centre per abbandonare la propria postazione si deve digitare un codice in modo che le chiamate siano deviate altrove. Il responsabile si accorge presto che un certo codice è digitato decine di volte al giorno e parla quindi al dipendente per capire cosa succede. Le spiegazioni vengono date e il responsabile accorda la possibilità di assentarsi quanto si vuole, previa presentazione di prova scritta della necessità medica.

Conclusione dell’ombudsman? Sarebbe impossibile per il giornale verificare tutte le baggianate dette dai politici…

Secondo caso: in Francia ci si appresta a votare per il secondo turno delle Presidenziali e si tiene un attesissimo tête-à-tête televisivo tra Sarko et Hollande. Ovviamente i due si incornano e scornano, tra le altre cose, su dati e statistiche. Però i dati, a differenza delle altre cose, sono verificabili. Le Monde, per esempio, è andato a verificarli e ha trovato delle informazioni piuttosto interessanti che trovate qui e qui.

Cosa ci dicono questi due esempi (e ho accuratamente evitato di prenderne dalla realtà italiana) sul funzionamento delle nostre belle democrazie occidentali? 
Poco di positivo, a mio modesto avviso.

Però si può cercare di trarne delle conclusioni costruttive: noi cittadini ed elettori abbiamo il diritto-dovere di informarci e di non accontentarci di quello che ci raccontano gli eletti e i candidati prima facie. I giornalisti, e mi permetto di appellarmi soprattutto ai giornalisti del Fatto che ospita questo blog, hanno il dovere professionale e di coscienza di mettere in dubbio, verificare, spiegare, demistificare.

Abbiamo, tutti, molta strada da fare.

Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.

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