Nella città dei misteri per antonomasia, il Pdl ha deciso di candidare come sindaco un generale dei servizi segreti. Accade a Trapani, città famosa per l’antica processione pasquale dei Misteri, ma anche per gli enigmi irrisolti a cavallo tra gli affari di Gladio, della Massoneria e di Cosa Nostra. Alle amministrative di domenica e lunedì il partito di Silvio Berlusconi ha deciso di puntare tutto su un uomo dei servizi: il candidato alla carica di sindaco è infatti il generale dei carabinieri Vito Damiano, andato da poco in pensione dopo essere stato ai vertici del controspionaggio dell’Aise (l’ex Sismi).

Tre anni fa Damiano era stato citato in un’interpellanza parlamentare dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, in cui si denunciavano alcuni strani contatti diretti tra appartenenti all’intelligence e la magistratura. In particolare Cossiga parlò di una chiamata che sarebbe avvenuta il 13 novembre 2008 da una cabina telefonica ubicata all’interno della sede dell’Aise di Forte Braschi. Nell’interpellanza il senatore a vita Cossiga non specificava il nome del magistrato destinatario della chiamata, ma indicava invece il nome dello 007: lo stesso Damiano. Che adesso è stato voluto dal senatore Antonio D’Alì (imputato davanti al gip per concorso esterno a Cosa Nostra) per mantenere la città delle saline nell’orbita del centrodestra e succedere a Girolamo Fazio. Una sfida difficile.

Trapani è infatti la città che doveva tenere a battesimo il patto tra il Pd e il Terzo Polo per le amministrative. Ma nonostante gli abboccamenti siano durati per più di un anno alla fine il Pd stava quasi per rimanere senza un pretendente alla carica di sindaco. Dai piani alti del partito di Pierluigi Bersani sarebbe arrivato infatti lo stop per i dirigenti locali: vietato appoggiare il candidato sindaco del Terzo Polo Peppe Maurici. Almeno al primo turno.

Il nome dell’ex presidente dell’Asi ed ex deputato regionale di Forza Italia Maurici è recentemente venuto fuori durante il processo per l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno. Il pentito Angelo Siino, ex “ministro degli lavori pubblici” di Cosa Nostra, ha infatti raccontato alla Corte d’assise che il boss di Trapani Vincenzo Virga “voleva uccidere una persona che io conoscevo, il barone Giuseppe Maurici, perché questi gli aveva mancato di rispetto acquisendo un’ impresa senza chiedere il suo permesso. Maurici lo conoscevo perché ci univa la passione per le corse. Lo salvai dicendo a Virga che Maurici gli portava grande rispetto. Io avvisai il Maurici per dirgli il pericolo che stava correndo e lui non si occupò più di questa impresa”. Nella sua corsa a sindaco Maurici è sostenuto da ben sette liste. Tra queste Grande Sud che propone tra i candidati al consiglio Giuseppe Ruggirello, attuale consigliere comunale arrestato l’anno scorso perché da funzionario dell’Agenzie delle Entrate avrebbe favorito i gestori di un night club in cambio di favori sessuali. Adesso è imputato davanti al gip e nel frattempo si è ricandidato al consiglio comunale.

Il divieto assoluto di appoggiare il candidato del Terzo Polo ha spiazzato i dirigenti locali del Pd che dopo aver incassato il rifiuto dell’archeologo Sebastiano Tusa (motivo: è candidato a Palermo con Futuro e Libertà) hanno dovuto appoggiare obtorto collo Sabrina Rocca, candidata di Sel. La Rocca è una professoressa di filosofia, “democratica dissenziente” che aveva rotto con il Pd proprio per le aspirazioni centriste dei dirigenti locali. Dopo essere stata proposta sindaco dal partito di Vendola ora è riuscita ad incassare anche l’appoggio del Pd. Che però non è bastato per unire tutto il centrosinistra, che va alle elezioni frammentato come si è verificato in gran parte della Sicilia. A Trapani ci sono addirittura tre candidati sindaco: oltre alla Rocca anche l’avvocato Giuseppe Caradonna, sostenuto da Idv e dai giovani militanti di Rifondazione Comunista, e il verde Vincenzo Maurizio Marrone D’Alberti. Chiudono il conto dei candidati alla poltrona di primo cittadino Stefano Nola dei Popolari d’Italia Domani e Luigi Fasoni del movimento Fratelli d’Italia.

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