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La lezione di Carolina Kostner

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Per la prima volta, in oltre un secolo di storia del pattinaggio sul ghiaccio, l’Italia riesce a vincere l’oro ai campionati del mondo. E’ successo ieri, a Nizza, dove Carolina Kostner (terza al termine del primo segmento di gara) è riuscita a eseguire un programma lungo praticamente perfetto (a parte una minima sbavatura su un salto triplo uscito doppio). Solido il suo contenuto tecnico (cinque tripli di cui due in combinazione), e altissimo il punteggio artistico. Il titolo mondiale è giunto a coronamento di una stagione d’incredibili successi dove l’altoatesina ha trionfato in tutte le competizioni maggiori (gli Europei, per la quarta volta, e la finale di Gran Prix, altra vittoria già consegnata agli annali).

Quello che colpisce nella storia sportiva di Carolina Kostner, però, non sono i risultati. E’ piuttosto lo straordinario esempio di passione, tenacia e umiltà che ha saputo incarnare nel corso degli anni. Presentata alla ribalta mediatica come la giovane promessa dello sport italiano alle Olimpiadi di Torino del 2006 (dove arrivò nona), Carolina ha poi alternato alti e bassi, sempre a un passo dal vero successo senza riuscire mai ad agguantarlo. Fino ad arrivare alle due prestazioni catastrofiche di Los Angeleles 2009 (dodicesima) e di Vancouver 2010 (sedicesima). Dopo le ultime olimpiadi invernali la carriera della Kostner sembrava finita: la giovane promessa si era trasformata direttamente in un’atleta sul viale del tramonto, da tutti criticata con ferocia tanto quanto in passato era stata esaltata con forse troppo, prematuro, entusiasmo.

Ed è proprio qui, dal fondo, come spesso succede, che la rinascita prende inizio. Contro ogni previsione Carolina continua a pattinare. Dopo una breve parentesi in America, torna nel luogo dove tutto è cominciato, dal suo allenatore di sempre. Si rifugia nel calore della sua terra e dei suoi affetti. Si dimentica di giornali, federazioni, aspettative mediatiche. E sembra ritrovare una nuova pace e una nuova serenità. Va avanti per l’unica strada che conosce, fare quello che ha sempre amato, ma questa volta con un altro spirito. Ora pattina per se stessa, e non per il risultato. Il suo obiettivo non è vincere ma esibirsi al meglio. Lasciare ogni volta, a ogni gara, il cuore sul ghiaccio.

E il cambiamento è totale. L’affetto del pubblico, sempre immutato, si moltiplica su scala internazionale. Le giurie la riscoprono come una delle atlete più dotate non solo tecnicamente ma anche a livello interpretativo. I risultati seguono, medaglia dopo medaglia, inarrestabili, fino all’oro di Nizza.

Dalla luce alle tenebre di nuovo alla luce: un arco drammatico perfetto nella storia di questa atleta ancora giovane (venticinque anni) ma al tempo stesso veterana (dieci anni di carriera nella categoria senior). Ci insegna molto, Carolina Kostner, con il suo immancabile sorriso e la sua dignitosa compostezza: a non mollare mai, a credere nel duro lavoro, a non volere tutto e subito ma a imparare che, come è giusto che sia, il prezzo del successo siano due monete molto rare nella nostra Italia contemporanea: la dedizione e il sacrificio.

P. S. Sotto trovate due video, i due estremi della carriera di Carolina, le Olimpiadi di Vancouver 2010  e i Campionati del Mondo di Nizza 2012.







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