Chiuso in un bunker sotterraneo ricavato nell’abitazione di un fiancheggiatore per sfuggire a un mandato di cattura, il ras del clan di San Cipriano D’Aversa, Enrico Martinelli, dettava gli ‘ordini’ al sindaco di San Cipriano d’Aversa, Enrico Martinelli. I due sono lontani parenti (cugini di sesto grado) ma in paese per tutti, anche perché omonimi, sono i ‘cugini’. Erano i mesi tra la primavera e l’estate del 2007 e il Martinelli latitante, in alcuni dettagliati ‘pizzini’ scritti con una Canon elettronica QS100 gialla, indicava al Martinelli politico le ditte di fiducia alle quali assegnare i lavori pubblici da appaltare: “Non dimenticarti che fai di cognome Martinelli. Ti saluto, Enrico”. E il primo cittadino della piccola città casertana, diligente, si premurava di rispondere. Per dare conto del suo operato, prendendosi i ‘rimproveri’ del ‘cugino’ quando non ne eseguiva i desiderata alla perfezione. I pizzini ricevuti, peraltro, non mancavano di sottolineare che era stato eletto grazie ai voti dei clan.

Il Martinelli boss è in galera da quasi quattro anni. Il Martinelli sindaco l’ha raggiunto stamane, prelevato dall’abitazione di Gragnano (Napoli) dove vive con la moglie, il sindaco Pdl di Gragnano Annarita Patriarca. I carabinieri gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere di circa 90 pagine firmata dal Gip di Napoli Oriente Capozzi, su richiesta dei pm del Dda Antonello Ardituro e Francesco De Falco, magistrati del pool anticasalesi coordinato dall’aggiunto Federico Cafiero De Raho.

Martinelli, 41 anni, iscritto al Pdl, è accusato di associazione camorristica; per la precisione, i magistrati gli contestano l’appartenenza al clan casalese di Antonio Iovine, ‘o ninno’, di San Cipriano d’Aversa, catturato nell’autunno del 2010 dopo un quindicennio di latitanza, di cui il Martinelli ‘cugino’ del sindaco era ritenuto il braccio destro e luogotenente (ed infatti anche Iovine e l’altro Martinelli sono tra i destinatari dell’ordinanza di stamane). Arrestato anche un ex assessore all’Ambiente, attuale consigliere di maggioranza, Francesco Paolella: in diverse circostanze avrebbe favorito la latitanza del Martinelli boss, mettendogli a disposizione la casa per fargli incontrare il Martinelli sindaco.

Il pizzino più importante tra i 35 che il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma ha estrapolato dalla lettura del nastro carbografico della Canon rinvenuta nel bunker, è stato scritto tra il 9 maggio 2007, data di approvazione di una deliberazione del Comune di San Cipriano relativa ad appalti pubblici, e il 29 agosto dello stesso anno, giorno dell’arresto di Martinelli a Fasano (Brindisi). È indirizzato al sindaco, contiene indicazioni precise su chi deve svolgere i lavori appaltati. Questo il testo: “Ora ti elenco tutti i lavori e chi li deve fare, per non creare malintesi. Cimitero: Mastromenico. Pip: Bambinone, di cui appalterà una ditta non intestata a lui. Asfalto: 1 lotto licenza; 2 lotto asfalto: Roberto amico di Raf ; villa comunale e via Acquario: Claudio C.; ristrutturazione casa comunale: Pino Martinello; ampliamento stadio: Mimmo Riccio; villa comunale di fronte chiesa Annunziata: genero di Peppinotto; rifiuti: Figonese. Poi, se hai una ditta tu, l’importante che ci dai i soldi a noi. Piazzetta Incoronata: una ditta a quel famoso pronto intervento. Pubblica illuminazione e servizi cimiteriali poi ti farò sapere. Se poi ti vuoi accontentare qualcuno, fammi sapere, l’importante è dirlo prima. Computer: Verrone. Ok. Ora, al di fuori di questi lavori, c’è qualche altro lavoro? Fammi sapere. Ciao!”

L’arresto del sindaco Martinelli era nell’aria da mesi. E precisamente dai primi di novembre, quando l’incredibile vicenda dei pizzini era menzionata nelle carte dell’incarcerazione del consigliere regionale Pd Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno (Caserta), accusato di concorso esterno in associazione camorristica, corruzione, riciclaggio e di aver utilizzato i camorristi per estorcere voti alle amministrative del 2003. In manette con lui finì un imprenditore di San Cipriano d’Aversa legato al giro della spartizione malavitosa dei lavori pubblici, vincitore di un appalto da 11 milioni di euro a Gragnano. Un costruttore collegato anche al giro dei Martinelli. Mise nero su bianco il Gip di Napoli Alberto Capuano: “E’ evidente che quanto acquisito contribuisce in modo determinante a confermare la prospettazione che il Martinelli Enrico fornisce precise indicazioni al suo omonimo Martinelli Enrico Sindaco, di assegnare l’appalto a Matrominico, che egli individua come suo imprenditore di fiducia. Ne fa menzione in un pizzino che dalla latitanza, insieme a numerosi altri, invia al Sindaco, che egli stesso ha fatto eleggere e che deve sdebitarsi con lui. Gli si rivolge con uno scritto il cui contenuto non lascia dubbio ad interpretazioni (…) Invero da quegli atti emerge (…) la ricostruzione di una vicenda relativa a un appalto aggiudicato alla “Mastrominico Costruzioni s.r.l.” in data 1/09/2010 per una gara d’appalto indetta dalla Tess Costa del Vesuvio s.p.a. relativa alla progettazione ed esecuzione dei lavori di restauro dell’ex Convento di San Nicola dei Miri a Gragnano per il considerevole importo di circa 11 milioni di euro, con la partnership amministrativa del comune di Gragnano, interessato ai lavori. Ebbene, per quanto qui di interesse, l’iniziale sospetto che può venire al lettore in ordine alla partecipazione, inizialmente vittoriosa, di una impresa di San Cipriano d’Aversa per una gara d’appalto in Gragnano, località apparentemente lontana dagli interessi casalesi, può trovare conforto e costituire un ulteriore indizio rispetto a quanto appena sopra accennato nella circostanza che il Sindaco di Gragnano, Annarita Patriarca, è sposata proprio con Enrico Martinelli, il Sindaco di San Cipriano d’Aversa che riceveva le indicazioni dal boss di riferimento suo omonimo e affiliato al clan dei casalesi gruppo Iovine”.

La notizia dell’arresto di Martinelli, infatti, sta avendo effetti devastanti anche sulla giunta di Gragnano. La Patriarca in giornata ha formalizzato le dimissioni da sindaco, convocando contestualmente un summit di maggioranza che avrebbe lo scopo di convincere i consiglieri comunali a dimettersi in blocco per far sciogliere l’amministrazione. Sono momenti concitati per la città della pasta. Anche perché su Gragnano è attesa a giorni la decisione del Consiglio dei Ministri sulla proposta di scioglimento per infiltrazioni malavitose avanzata dal Prefetto di Napoli, dopo la lettura della relazione della commissione d’accesso. L’amministrazione locale è finita sotto la lente del Viminale per due distinte vicende, una relativa all’appa lto dell’ex Convento di San Nicola dei Miri, l’altra legata a un’inchiesta per brogli elettorali che ha già condotto alla condanna in primo grado dell’ex presidente del consiglio comunale Giuseppe Coticelli.

Gragnano e San Cipriano D’Aversa, due sindaci Pdl in una sola famiglia. La Patriarca, figlia del defunto ex senatore gavianeo Francesco Patriarca, condannato in via definitiva nel 2007 a 9 anni per camorra nel processo Maglio (in cui Antonio Gava venne assolto), convolò a nozze con Martinelli il 4 ottobre 2010 nella Chiesa del Corpus Domini di Gragnano. Gli sposi scelsero come testimone Nicola Cosentino, imputato di collusioni con clan casalesi davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, all’epoca fresco di dimissioni dalla carica di sottosegretario all’Economia per l’emergere dello scandalo P3. Al termine della cerimonia, ci fu un ricevimento per 600 invitati allo Yacht Club di Marina di Stabia. Le cronache locali riferirono che era atteso anche un altr o ospite d’ eccezione: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere però non si fece vedere. Altrimenti oggi quelle foto andrebbero a ruba. Seconde per valore, forse, solo alle immagini di un’altra festa organizzata nel napoletano alla quale invece Berlusconi partecipò: il 18° compleanno di Noemi Letizia a Casoria.

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