La Regione Lazio ha comunicato che “il direttore generale dell’ospedale Umberto I di Roma, Antonio Capparelli, ha disposto un provvedimento di sospensione dalle funzioni, per 90 giorni, del direttore del Dea, Dipartimento emergenze e accettazione,Claudio Modini, e del coordinatore dell’area medica Giuliano Bertazzoni”. Il primo commento di Modini è stato: “E’ una decisione ingiusta che andrà motivata. Ho sempre fatto tutto quello che era il mio dovere. Io ho messo la faccia e il nome a difesa del mio ospedale – ha concluso – ma non ho sentito lo stesso impegno da parte di altri”.

La sospensione è avvenuta  dopo la scoperta, avvenuta ieri grazie a un blitz compiuto dai senatori Marino e Gramazio all’interno dell’ospedale, di una donna di 59 anni in coma da quattro giorni e lasciata legata con delle lenzuola ad una barella, senza nutrizione, Modini si era giustificato dicendo: “E’ una cosa che capita spesso, del resto il problema della mancanza di posti per il ricovero non è una novità. La donna – aveva aggiunto il direttore della Dea – è in coma da tre giorni e viene assistita al meglio, con terapia idrica. Non è nei miei poteri – aveva proseguito – trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata, cosa che auspico, ma si cerca comunque di curarla al meglio. In questi casi l’ammalato è comunque assistito. E’ assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. Certo, non dal punto di vista ‘alberghiero’: come comfort starebbe meglio se fosse ricoverata. Ma questo non dipende da noi del pronto soccorso”.

Il comunicato della Regione Lazio è stato diffuso al termine della riunione che si è svolta questo pomeriggio negli uffici della Presidenza tra Renata Polverini e i responsabili degli ospedali della Capitale, e conclude spiegando: “Il provvedimento di sospensione sarà trasmesso al Rettore dell’università La Sapienza, Luigi Frati. Un dirigente medico responsabile di Struttura complessa, dipendente del servizio sanitario regionale, sarà nominato con un successivo provvedimento ottenendo le funzioni di coordinatore del Dea del policlinico Umberto I per la durata di 90 giorni”.

Sul caso si è espresso anche il direttore generale di un’altro ospedale di Roma, il San Filippo Neri, Domenico Alessio, che ha sottolineato come non si debbano fare strumentalizzazioni: “Non vedo come un fatto occasionale possa compromettere il lavoro di tanti direttori generali – ha evidenziato – e arrivare a dire che siamo a una sanità da terzo mondo è sbagliato. Io come direttore generale non ci sto”.

In giornata sono anche stati inviati all’Umberto I, dal ministro della Salute Renato Balduzzi, degli ispettori per valutare direttamente la vicenda della donna in coma da 4 giorni. Questi hanno rilevato 12 “elementi di criticità” fra i quali il ritardo nella nutrizione e la mancanza di richieste di posto letto per trasferimento della paziente in struttura idonea. “Gli ispettori – ha comunicato il ministero – hanno quindi acquisito la documentazione clinica della donna e altri atti. L’organizzazione del Pronto Soccorso e dell’unità operativa di Medicina d’urgenza appare non adeguata. Gli spazi per l’assistenza risultano insufficienti per il numero di pazienti presenti con un sovraffollamento, in particolare nella piazzetta. L’attività di Medicina d’urgenza adiacente all’area del Pronto Soccorso appare poco coordinata ed integrata con quella del Pronto Soccorso. Ed infine manca il controllo informatizzato sulla disponibilità di posti letto”.

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