Cultura

‘Niente di serio’: l’album dei Diaframma
Fiumani: “Crisi del disco? Non la sento”

Il leader del gruppo rivendica la scelta di rimanere una band indipendente, racconta la sua esperienza da cane sciolto dalle principali etichette discografiche e dice la sua sul mercato musicale di oggi, tra social network e tour organizzati in prima persona

di RQuotidiano
Federico Fiumani dei Diaframma

I Diaframma e i Litfiba sono state le band più rappresentative del panorama musicale indipendente del nostro Paese per tutti gli anni Ottanta. Le migliori espressioni della new wave italiana. Con il tempo, però, hanno preso strade diverse. Negli anni Novanta, infatti, i Litfiba sono diventati un gruppo rock nelle grinfie delle multinazionali della musica. Mentre i Diaframma di Federico Fiumani, leader e storico componente del gruppo, hanno continuato a battere la strada dell’indipendenza. Tutto ciò non ha impedito ai Diaframma di pubblicare 15 album di inediti in quasi trentadue anni di onorata carriera. E oggi uscirà Niente di serio, il sedicesimo sigillo della loro discografia.

Dodici nuove canzoni scritte dal ‘pirata’ Federico Fiumani, ‘l’animale raro’ della musica italiana underground. Un tipo scomodo, difficilmente imbrigliabile nelle logiche della discografia commerciale. Quella di restare indipendente dalle major è stata una scelta dettata da una serie di circostante e coincidenze che hanno abbracciato la sua vita artistica. Con gli anni questa scelta ha pagato? Pare proprio di sì.

“Devo ammettere di non averla ancora sentita la crisi del mercato discografico – ha raccontato Fiumani – Ormai ho uno zoccolo duro di persone che mi segue da anni. E continuo da sempre a vendere quel poco che mi permette di vivere di musica. Il pubblico non me lo sono conquistato con operazioni di marketing, ma con i concerti e i dischi”. Un altro segreto della sua resistenza artistica è proprio il rapporto con il pubblico. Federico, infatti, lo cura da sempre in maniera diretta. Anche attraverso i social network. “Amo suonare nei piccoli club, così riesco a vedere in faccia le persone. In questo modo si instaura una relazione molto appagante, sia per me che per loro”. Anche dal punto di vista organizzativo Fiumani è diventato un esperto nel ‘fai da te’: pensa, infatti, anche a trovare le serate. Per il 2012, i Diaframma hanno già in programma 30 concerti in tutta Italia.

“In questi anni ho imparato a gestirmi da solo – ha continuato Fiumani – Alla fine degli anni Novanta ho fondato la Diaframma Records, una piccola etichetta discografica. E poi ho cominciato a organizzare personalmente i nostri concerti, contattando direttamente i gestori dei locali, non mi vergogno a dirlo. Questo ha fatto sì che potessi vivere di musica con maggior tranquillità. Oggi faccio molti più concerti rispetto a quel breve periodo con la Ricordi che mi aveva messo a disposizione un’agenzia di booking per organizzarli”.  Nel 1990, infatti, i Diaframma vennero messi sotto contratto dalla Ricordi, multinazionale della musica, per la pubblicazione del disco In perfetta solitudine. Ma qualcosa non funzionò nel rapporto tra Fiumani e il mondo della discografia commerciale. Un rapporto conflittuale suggellato da un brindisi un po’ teso. L’episodio risale al 1990. Al momento dell’uscita dell’album, il direttore di produzione della Ricordi, dopo aver riunito tutto lo staff in una sala, alzando il calice, disse: “Brindiamo a questa musica di merda!” E Fiumani rispose: “La musica di merda è quella che avete pubblicato fino adesso”.

Ci furono attimi di panico tra i dipendenti che non riuscivano a credere che qualcuno avesse avuto il coraggio di rispondere al direttore. “Fu una delusione, soprattutto a livello umano – ricorda Fiumani – Era un mondo di gente brutta, che aveva un modo insopportabile di intender la musica. Ero un pesce fuor d’acqua. Mi sentivo non capito e poco rispettato. E poi nei loro progetti c’era anche l’intenzione di mandarmi a Sanremo. Tutto doveva andare in quella direzione. A un certo punto mi dissero: ‘O vai a Sanremo o con noi hai chiuso’. Io risposi: ‘Allora ho chiuso’. Così sono tornato ad esser un artista indipendente”.

La scelta del musicista fiorentino pagò immediatamente. Il disco successivo, prodotto da una piccola etichetta, vendette anche più del precedente che era stato promosso dalla Ricordi. Poi nel 1994 arrivò l’invito al Premio Tenco e nel 1995 la vittoria del Premio Ciampi alla carriera. Dopo quel periodo positivo, però, superata la metà degli anni Novanta, Fiumani e i suoi Diaframma attraversarono un momento di grossa crisi, per poi riprendersi con l’arrivo del nuovo secolo e con la riscoperta degli anni Ottanta da parte dei giovani. Oggi Federico Fiumani rappresenta ancora un punto di riferimento per il mondo musicale alternativo. “Quella indipendente è una scena oggi molto viva, anche se non paragonabile a quella che ci vedeva protagonisti negli anni Ottanta, sia per dimensioni che per il numero dei partecipanti. A suo tempo c’erano dieci gruppi e altrettanti locali per suonare. Trent’anni dopo posso dire che noi e i Litfiba abbiamo seminato bene. La scena è cresciuta. Ci sono tanti locali e molti gruppi. Internet ha fatto molto in questo senso. Ovviamente, come in tutte le cose, ci sono i pro e i contro”.

Fiumani si riferisce alla crisi delle grandi major discografiche che, per la flessione delle vendite, hanno dovuto fondersi e ridurre il personale. “Internet è un paradiso che qualcuno sta pagando – ha continuato Fiumani – penso ai licenziamenti di tutte le grandi case discografiche. Ormai fare dischi è un’attività in perdita, tranne che per pochissimi artisti”. Insomma, da quanto detto, pare che Fiumani abbia compiuto una scelta giusta e coerente rispetto a ciò che si aspettava dalla musica. Qualche domanda in più, invece, se la dovrebbero porre i manager delle multinazionali della musica. Avranno mica sbagliato qualcosa?

di Salvatore Coccoluto

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